Santità come dono
Rocca di Papa, 10 maggio 1991
Dal diario di Chiara Lubich
Straordinaria comunicatrice, Chiara Lubich non ha mai tenuto per sé le luci, le spinte dello Spirito Santo, le verifiche sempre nuove dell’attualità della Parola di Dio. La sua vita è un libro aperto nel quale tutti possono leggere.
Anche sul tema della santità, Chiara non è stata avara e ha comunicato le esperienze interiori, gli sforzi e i propositi come per formare un “sistema di carrucole spirituali che solleveranno il mondo”. Nel cammino alla santità puntava all’essenziale, in piena linea con il Nuovo Testamento (“Siate perfetti come il Padre vostro celeste” Mt 5,48. “La volontà di Dio è la vostra santificazione”, 1 Tess 4,3) e anticipando quello che il Vaticano II definirà chiamata universale alla santità (cf. LG 39-42).
Nella linea del suo carisma, l’accento è messo sull’amore come via di perfezione, un amore che è dono.È quest’aspetto di dono e di “dono per gli altri” che risalta dalle righe così personali di un Diario del 1991, scelto tra i tanti, che qui proponiamo.
Sul concetto di santità in Chiara Lubich si può leggere un articolo di Lucia Abignente per la rivista Nuova Umanità.
Sto partendo per il Brasile e l'idea che mi domina dentro è: "debbo farmi santa".
Sì, perché ho parecchie cose da sistemare prima della "Partenza" e dell'"Incontro", che saranno, comunque, quando Dio vorrà: gli statuti, in pratica però già fatti; i regolamenti, che sto per concludere; le grazie speciali del '49, cui stiamo lavorando. Ma ai popi [= ai focolarini] devo lasciare ancora una cosa: la mia santità. E' necessaria perché abbiano un modello che vale molto di più di tanti scritti.
Ho teso alla santità tutta la vita, quindi non dovrebbe essere troppo difficile, ed è un peccato se non concludo.
Stamane ho ricompreso che la mia santità è Lui, Gesù abbandonato. M'attira come una calamita in quest'ultimo tempo, come la Desolata ha un fascino speciale.
M'attira il loro "nulla". È lì la santità: il nulla di noi perché trionfi Dio in noi. Nulla che trovo amando la sua volontà e i fratelli, ma anche "perdendo" tutto quanto va perso, con generosità e immediatezza.
Chiara Lubich
(Centro Chiara Lubich, ACL, F 120-00 06)