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Lettera dell’Avvento 1944 a Duccia Calderari

A disposizione dei disegni di Dio Nell’Avvento del Regno dell’Amore! Carissima Duccia*, Ti ho lasciata prima ed appena lasciata t’ho abbandonata all’Amore, perché faccia di te la S. Caterina dei nuovi tempi.Sono andata in S. Marco ed ho pregato Lui, l’Onnipotente per te.Gli ero vicinissima col corpo e col cuore e Lui m’ha parlato di te. M’ha detto che il tuo desiderio è accolto nel Cielo e Lui, l’onnipotente, è pronto all’attuazione.M’ha detto però di parlarti così:Il voler esser S. Caterina è buona cosa.Il poter essere S. Caterina dipende tutto da Dio e dipende tutto da te. leggi tutto il testo * Duccia, di qualche anno più grande di Chiara, era un’assistente sociale, crocerossina che abitava in Piazza Cappuccini, a Trento, vicino al focolare dove Chiara si era trasferita nel settembre 1944.Chiara le dà come modello Santa Caterina da Siena, molto popolare in Italia, la cui spiritualità era centrata sul binomio «Sangue e Fuoco».Si percepisce che l’Autrice inizia ad avere coscienza di essere portatrice di un dono, di essere stata scelta da

2021-08-31T02:02:15+02:0027 April 2012|

Letter from Advent 1944 to Duccia Calderari

To be available to God’s plans Advent of the Kingdom of Love! Dearest Duccia*, Before I left you, and as I left you, I abandoned you to Love, so that you may become Saint Catherine of modern times.I went into St. Mark’s Church and I prayed to Him, the Almighty for you.I was close to Him in body and heart and He spoke to me of you. He told me that your wish is welcomed in Heaven and He, the Almighty One, is ready to carry it out.But He told me to tell you this:Wanting to be St. Catherine is a good thing.Being able to be St. Catherine depends totally on God and it depends totally on you. read the whole text * Duccia, a few years older than Chiara, was a social worker, a Red Cross nurse who lived in Piazza Cappuccini, in Trent, near the focolare where Chiara had moved to in September 1944.Chiara gave her as a model Saint Catherine of Siena, who was very popular in Italy

2021-08-15T23:29:26+02:0027 April 2012|

La nostra responsabilità è grande

Roma, 30 marzo 1959 Certo che la nostra responsabilità è grande, perché noi cristiani dobbiamo essere dei testimoni di Cristo e, da come ci comportiamo, gli altri possono intuire quale sia il messaggio portato da Gesù in terra. Ma succede che alle volte la testimonianza di Cristo fatta dalle nostre persone sia poca o nulla, o deforme in una maniera o in un’altra. Caratteri vari e menti indocili all’azione della grazia danno di Gesù un’idea a loro immagine e somiglianza, per cui il mondo che vede e osserva, deduce quanto può dedurre dai dati che possiede: che la religione, ad esempio, piega il collo alle persone, ma non la volontà, nella sua radice più profonda, perché quel dato cristiano che si dice discepolo di Cristo, essendo ancor lui che vive in se stesso e non Cristo in lui, getta un’ombra che vela, nella sua persona, la religione da lui professata. Di conseguenza, continua e si perpetua tragicamente la separazione dei lontani da coloro che, rivivendo l’Amore che è Dio, dovrebbero attrarre

2021-08-31T02:02:15+02:0023 April 2012|

We have a great responsibility

Rome, March 30, 1959 We certainly have a great responsibility. We Christians must give witness to Christ and from the way we act people should be able to grasp the message that Christ brought on earth. But at times the witness we give of Christ is weak—if not non-existent— or deformed in one way or another. Various personalities and minds averse to the action of grace project an image of Jesus that is often in their own image and likeness. Therefore, those looking on deduce what they can from the data they have: for example, that deep down, religion simply bends people’s necks but not their will. And this is because those Christians, who call themselves Christ’s disciples, since it is they who live and not Christ in them, cast a shadow that veils in their own person the religion they profess. As a result, the separation tragically continues and is perpetuated between those who are far from Christ and those who, if they were to relive the love that is

2021-08-15T23:29:34+02:0023 April 2012|

Cagliari (Sardegna), 20 aprile 2012

Una strada Intitolata a Chiara Lubich per iniziativa di un comitato di cittadini.   La dedicazione pubblica è avvenuta nei pressi dell’oasi naturalistica dello Stagno di Molentargius (regno dei fenicotteri). È seguito, presso l’Aula consiliare del palazzo Civico di Cagliari, un convegno di studi dal titolo “Chiara Lubich: spiritualità, cultura e dialogo”.   Tra i relatori: Piero Coda, teologo, filosofo e preside dell’Istituto universitario Sophia (Loppiano – Firenze); Luigino Bruni, docente di economia politica all’Università Bicocca di Milano e Sharahzad Houshmand, musulmana, docente di studi islamici presso l’Università Gregoriana di Roma. cliccare sulla foto per ingrandire l'immagine. {gallery}eventi/20120420_cagliari{/gallery}

2022-05-17T14:01:52+02:0020 April 2012|

Intervista rilasciata a ZENIT in occasione della settimana santa

Roma, giovedì 8 aprile 2004 Ci avviciniamo alla Pasqua. Mentre nel mondo si respira un clima di paura per l’incombere del terrorismo, dal mistero del venerdì santo e della Pasqua di resurrezione, quale risposta? Chiara Lubich: E’ venerdì santo ogni giorno. Guardando il telegiornale, davanti al susseguirsi di uccisioni e attentati, in quelle immagini di violenza disumane, nel grido di quelle sofferenze, risuona il grido di abbandono che Gesù ha lanciato al Padre sulla croce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?, la sua prova più alta, la tenebra più oscura. Ma è un grido che non è rimasto senza risposta. Gesù non è rimasto nel baratro di quell’infinita sofferenza, ma, con uno sforzo immane e inimmaginabile si è riabbandonato al Padre, superando quell’immenso dolore ed ha riportato così gli uomini in seno al Padre e nel reciproco abbraccio. leggi tutto il testo

2021-08-31T02:02:14+02:005 April 2012|
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