Il tabù della morte
Marino, 5 dicembre 1990 “La morte le fa paura?” La giornalista Margaret Coen rivolge a Chiara Lubich questa impegnativa domanda.
Marino, 5 dicembre 1990 “La morte le fa paura?” La giornalista Margaret Coen rivolge a Chiara Lubich questa impegnativa domanda.
Rocca di Papa, 31 gennaio 1969 Un sacerdote interpella Chiara: come essere certi di aver scelto Dio ed esservi coerenti? Chiara addita cosa scandisce le nostre giornate: la volontà di Dio vissuta nel presente come una strada fatta per tutti, che dà immensa gioia. Solo Maria, la madre che ama ogni suo figlio, poteva offrirci tale segreto della santità.
Rocca di Papa, 22 ottobre 2015 Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, a Loppiano, cittadella dei Focolari vicino Firenze, sarà insignito del dottorato h.c. in “Cultura dell’unità” dall’Istituto Universitario Sophia, “per il suo servizio all’unità della famiglia umana”. In lui Chiara Lubich ha sempre trovato un profondo interlocutore fino agli ultimi istanti della sua vita terrena. Il Patriarca, lo scorso 14 marzo, settimo anniversario della dipartita di Chiara, si è fatto promotore a Istanbul della presentazione dei primi due libri di Chiara tradotti in greco Meditazioni e Saper perdere. Presenti all’evento personalità e amici ortodossi e cattolici. Porta la sua firma anche la Prefazione alla traduzione greca di Meditazioni. L'evento sarà trasmesso in diretta
Vienna, 30 giugno 1997 Risposta di Chiara a una famiglia austriaca Una famiglia austriaca si rivolge a Chiara Lubich durante un incontro delle comunità dell’est europeo ed esprime il desiderio che la famiglia sia riconosciuta nella società in tutta la sua realtà. Chiara, pur comprendendo gli ostacoli che oggi si interpongono, mette sul piano dell’amore, unico vero autore della famiglia, il rapporto tra i due sposi. E se magari viene meno l’amore naturale, bisogna ricorrere a quello che ha portato Gesù: l’amore soprannaturale. testo
AVE MARIA! 11 maggio 1948 (Lettera di Chiara Lubich dell’11 maggio 1948 a padre Bonaventura da Malé, ofm cap.) Unità, parola divina. Sono lapidarie queste parole scritte dalla ventottenne Chiara lubich. C’è tutta la meraviglia, lo stupore della scoperta che le “serra la gola nella foga troppo forte di voler uscire”. Le parole del testamento di Gesù, “sintesi di tutti i suoi pensieri” hanno scavato in lei una voragine di fiamma. E’ arduo esprimere l’ineffabile, che trova alfine una sintesi ardita. L’Unità “è Dio: Unità-Trinità”. Carissimo Fratello in Gesù e nel Serafico Padre, Anch’io non so quello che Le scriverò. La Luce, tutta la Luce che Dio mi ha dato (a trionfo estremo della sua infinita misericordia!) mi serra la gola nella foga troppo forte di voler uscire. Impetuosamente. La sua lettera m’ha confermato il pensiero che mi ero fatto dell’anima sua, molto amata dal Signore e vorrei in un attimo, in un baleno donarle tutto il mio, tutto quello che Dio ha edificato in me sfruttando il mio nulla, la mia
Castelgandolfo, 27 settembre 2015 Nel contesto della presentazione del libro Paolo VI e Chiara Lubich La profezia di una Chiesa che si fa dialogo, il giornalista di Radio Vaticana Alessandro De Carolis ha offerto una efficace sintesi dei contributi presentati nel libro e della novità di esso. Testo Intervento I contributi del volume “Paolo VI e Chiara Lubich – La profezia di una Chiesa che si fa dialogo” descrivono dal loro specifico punto di vista (storico, teologico, giuridico ecc…) la storia dello straordinario rapporto, potremmo dire, tra un padre e una figlia. Tra un padre lungimirante e dal cuore aperto e una figlia ispirata e insieme fedele e tenace. L’incontro tra Giovanni Battista Montini/Paolo VI e Chiara Lubich avviene in un preciso scenario quello in cui da tempo sta salendo alla ribalta nella Chiesa una figura praticamente fino ad allora rimasta sullo sfondo, indefinita: il laico. Già dall’Ottocento e più ancora nel XX secolo – mentre la Chiesa riscopre la portata sociale della sua missione – la fisionomia del laicato muta