Essere Maria
Carissimi gen, e torna, come una dolcissima poesia, la ricorrenza di Natale. In questi giorni, come da secoli ormai, si intrecciano gli auguri, e la pace, che gli angeli hanno annunziato allora, si vede rifiorire, magari per pochi istanti, anche sul volto di uomini che non la conobbero mai. Anch’io voglio augurarvi qualcosa che vi sia veramente gradito e soprattutto desiderato da Colui che guida i nostri passi e sa il nostro bene. Questo il mio augurio: che la nostra vita sia un continuo Natale, solennizzato nel segreto dei cuori e nell’intima fraternità che ha da estendersi in senso sempre più vasto fino a prendere, quando Dio avrà stabilito, i confini della terra: finché «tutti siano uno». Noi siamo legati per il nostro comune Ideale da un vincolo fortissimo, il più forte crediamo, che possa esistere fra i cristiani. Vogliamo camminare verso Dio, uniti fra noi, fatti realtà viva del suo ultimo desiderio, nel quale abbiamo trovato non solo la nostra specifica strada per farci santi, ma un modo di santificare