Mortificazione, moneta fuori corso?
13 gennaio 1972 In questo brano del suo diario inedito del 13 gennaio 1972, Chiara Lubich mette a fuoco una parola , “mortificazione”, che sembra aver perso oggi il suo senso originario. E’ un invito a vivere la Quaresima, non nella mediocrità del “mezzo morto” che non piace a nessuno, ma nel dono pieno e totale di sé. Parlar oggi di "mortificazione" è non sentire ciò che vibra nell'aria, ciò che pensano molti, soprattutto i giovani.E hanno ragione perché questa parola è stata svuotata del suo primo significato e quindi come tale va scartata.Se la si guarda dal lato etimologico, essa può voler dire: far morti. E ciò vorrebbe dire che il cristianesimo ci vuole morti in certo senso e vivi in un altro: morti a noi stessi e vivi alla vita di Dio in noi; morti alla nostra volontà limitata, ribelle, disordinata, e vivi a quella superiore che incastona il disegno della nostra vita in quello dell'umanità come un tutt'uno, un'opera d'arte umano-divina.Ecco, se mortificazione significa mezza repressione, non va;