Chiedere aiuto allo Spirito Santo
Praga, 30 aprile 2001 Che rapporto avere con lo Spirito Santo e come consolidarlo? Chiara Lubich racconta la sua esperienza di confidenza e intimità con lo Spirito Santo nella vita di ogni giorno.
Praga, 30 aprile 2001 Che rapporto avere con lo Spirito Santo e come consolidarlo? Chiara Lubich racconta la sua esperienza di confidenza e intimità con lo Spirito Santo nella vita di ogni giorno.
Cittadella Araceli (São Paulo), 26 aprile 1998 In questi giorni è in corso, in tutto il mondo giovanile del Movimento dei Focolari, la “Settimana Mondo Unito”. Proponiamo qui il messaggio che Chiara Lubich ha inviato loro nel 26 aprile 1998. downloads/chi_19980426_it.mp3 testo audio
Parola di vita di gennaio 1999 Il commento di Chiara Lubich a questa Parola tratta dall’Apocalisse ci porta al cuore del mistero Pasquale: Gesù è venuto per comunicarci la sua vita d’amore col Padre perché anche noi la viviamo. A gennaio, in molte parti del mondo, i cristiani celebrano insieme la loro comune fede con preghiere e incontri speciali. Il tema scelto per la Settimana, a ciò specialmente dedicata, è tratto dall'Apocalisse. Leggiamolo per intero: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini!Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popoloed egli sarà il 'Dio-con-loro'.E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;non ci sarà più la morte,né lutto, né lamento, né affanno,perché le cose di prima sono passate" (Ap 21,3). La Parola di Dio di questo mese ci interpella. Se vogliamo essere parte del suo popolo dovremo lasciarlo vivere fra noi. Ma come è possibile questo, e come fare per pregustare un po', fin da questa terra, quella gioia senza fine che verrà dalla visione di Dio? E' proprio questo che Gesù
Manila, 20 gennaio 1997 Chiara Lubich risponde
Castel Gandolfo, 4 marzo 1989 Da una risposta di Chiara ai giovani «Lo sviluppo delle scienze e della tecnica è stata un’evoluzione prodigiosa che ha fatto rimanere il mondo incantato. Ma questo progresso è avvenuto il più delle volte prescindendo da Dio, e perciò non tutto è andato per il verso giusto. Per cui ora ci troviamo tutti a convivere in un pianeta in cui, se non rimediamo con urgenza, può verificarsi un’altra catastrofe, che ci coinvolgerebbe tutti, la catastrofe ecologica. È come se gli uomini in questi decenni avessero camminato con due scarpo-ni da montagna dentro il fango, facendolo schizzare dappertutto: nell’atmosfera, nelle acque dei fiumi e del mare: sono stati rovinati gli alberi, degradate molte cose, ammorbata l’aria. Al tempo stesso sono sta-te fatte molte scoperte, si è avuto un grande sviluppo tecnico... Ma al bene s’è mescolato il male perché non ci si è mossi sotto lo sguardo di Dio, non lo si è ascoltato. Adesso tali conseguenze disastrose costringono a rivedere la realtà tutti insieme, come nella
L’amore al prossimo: una scoperta progressiva di Chiara Lubich e delle sue prime compagne sin dagli inizi delle loro esperienza. «Pur intuendo che il fondamento del Vangelo è la carità (l’amore del prossimo) ..., non è che capissimo subito come fare a viverla, con chi dovesse essere messa in pratica e su quale scala. All’inizio, portate soprattutto dalle circostanze dolorose della guerra, indirizzammo il nostro amore ai poveri, sicure di ravvisare sotto quei volti macilenti, ributtanti a volte, il volto del Signore. E fu una scuola. Noi non eravamo abituate ad amare in senso soprannaturale. Il nostro interesse era arrivato, al più, fino ai nostri cari o agli amici, in quell’ottimo rispetto o sana amicizia naturale. Invece ora, sotto la spinta della grazia, fidando in Dio e nella sua Provvidenza, che pensa agli uccelli dell’aria e ai fiori dei campi, dedicavamo la nostra premura a tutti i poveri della città. Cercavamo di farli venire nelle nostre case e sedere alla nostra mensa. (...) Se a casa non potevano essere accolti, venivano