Abdicazione totale

Randogne (CH), 11 agosto 1982 Per anni l’estate ha sempre riserbato la tradizionale festa onomastica di Chiara Lubich, spesso in Svizzera. In una di essa, ecco il saluto finale a mò di  “viatico” che lascia, dopo aver chiesto al vescovo Acacio una parola: sfida tutti a imparare da S. Chiara d’Assisi ad abdicare a se stessa lasciando vivere Cristo in sè. E noi? Altrettanto, perchè il Risorto resti in mezzo a noi.

2022-09-09T08:50:27+02:006 August 2015|

La luna che cresce

Sierre, 22 agosto 1996 Con la provocazione evangelica che raggiunge tutti i membri del “suo popolo” nato dal Vangelo, Chiara Lubich fa loro da specchio: “abbiamo seguito Gesù?  Non basta” e con ciò interpella tutti. Occorre entrare nella Sua via, la via dell’amore, un amore dinamico, in continua crescita, migliorato con i quattro modi tipici, (cf. Parola di Vita del mese di agosto) e offre alcuni passi sull’amore vero presi da 365 Pensieri sull’amore,  a conferma e invito a ‘crescere come la luna’.

2021-09-02T04:22:57+02:003 August 2015|

Gesù all’«Expo’58»

20 aprile 1958 Sfogliando le annate di Città Nuova, il periodico fondato da Chiara Lubich nel 1956, sin dal primo numero è scrigno dei suoi scritti e pensieri spirituali. Capita di ritrovare intatta in essi l’atmosfera dell’epoca, quasi istantanee di fatti e di notizie di prima mano nei Paesi in cui il Movimento andava mettendo radici.   Così è dell’editoriale a sua firma (contraddistinta da tre asterischi) del 20 aprile 1958 dal titolo “Gesù all’Expo’ ‘58”.  Con scrittura incisiva ed efficace, l’autrice tratteggia le impressioni riportate da una visita all’Espo’ di Bruxelles nella primavera di quell’anno. Ad iniziare dall’Atomium, il simbolo dell’atomo che “sovrastava pressoché tutte le case di Bruxelles, per cui da moltissime parti della città lo si poteva vedere. Dà il timbro all’Expo’ che presenta le scoperte e i prodotti dell’era atomica”. Si era recata in Belgio per la settimana di Pasqua: il Movimento iniziava proprio allora a muovere i suoi primi passi oltre la cerchia delle Alpi, nel cuore dell’Europa. Si comprende allora la grande impressione suscitata  dalla

2021-08-31T02:02:58+02:0024 July 2015|

Ciò che deve precedere

Castel Gandolfo, 29 aprile 1999 All’appuntamento planetario con la sua ‘famiglia’ sparsa nel mondo, Chiara - da Castelgandolfo il 29 aprile ’99 - dona la sua ultima esperienza sul rapporto con Dio, la preghiera. IL “per Te”rivolto a Dio prima di ogni azione è esigente, chiama l’amore vicendevole prima di tutto, fino all’unità, fino a poter offrire sempre Gesù al mondo, sulle orme di Maria, a imitazione Sua, fatti suo popolo.   testo

2021-09-02T04:22:57+02:0021 July 2015|

Il Patto

Luglio 1949 Chiara Lubich narra il Patto di unità stretto con Igino Giordani (che lei chiamava Foco) il 16 luglio 1949, preludio all’esperienza spirituale e mistica di quell'estate.  19. Vivevamo queste esperienze quando venne in montagna Foco. 20. Foco, innamorato di santa Caterina, aveva cercato sempre nella sua vita una vergine da poter seguire. Ed ora aveva l’impressione d’averla trovata fra noi. Per cui un giorno mi fece una proposta: farmi il voto d’obbedienza, pensando che, così facendo, avrebbe obbedito a Dio. Aggiunse anche che, in tal modo, potevamo farci santi come san Francesco di Sales e santa Giovanna di Chantal. 21. Io non capii in quel momento né il perché dell’obbedienza, né questa unità a due. Allora non c’era l’Opera e fra noi non si parlava molto di voti. L’unità a due poi non la condividevo perché mi sentivo chiamata a vivere il «che tutti siano uno».  22. Nello stesso tempo però mi sembrava che Foco fosse sotto l’azione d’una grazia, che non doveva andar perduta.  23. Allora gli dissi

2021-08-31T02:02:57+02:0014 July 2015|

“Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”

Roma, 30 aprile 1960 Quando il mondo con la sua superficialità ci toglie il respiro e la vita con i suoi pesi e le sue prove prende il sopravvento, ci prende la voglia di mollare. E' lì che nasce la speranza in Colui nel quale "si può sperare contro ogni speranza" Non c’è da cercare tanto lontano per trovare rimedio e soluzione ai fumi che ammorbano l’aria del mondo. Il Vangelo è la salute eterna e chi in nome di esso e per esso pur muore scomparendo, anche ai giorni nostri, ignorato forse da tutti, vive. Egli, perché ha amato e perdonato e difeso e non ha ceduto, è un vittorioso e tale viene accolto nei padiglioni eterni. Ma il Vangelo non ha da essere solo la norma della nostra morte; dev’essere il pane quotidiano della nostra vita. Passando per le vie di città tradizionalmente cattoliche, vien spesso da dubitare della fede di molti. Del resto noi sappiamo quanti anche nella nostra Italia cattolica abbiano perso il senso di Dio. E

2021-08-31T02:02:27+02:006 July 2015|
Go to Top