“Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”
Roma, 30 aprile 1960 Quando il mondo con la sua superficialità ci toglie il respiro e la vita con i suoi pesi e le sue prove prende il sopravvento, ci prende la voglia di mollare. E' lì che nasce la speranza in Colui nel quale "si può sperare contro ogni speranza" Non c’è da cercare tanto lontano per trovare rimedio e soluzione ai fumi che ammorbano l’aria del mondo. Il Vangelo è la salute eterna e chi in nome di esso e per esso pur muore scomparendo, anche ai giorni nostri, ignorato forse da tutti, vive. Egli, perché ha amato e perdonato e difeso e non ha ceduto, è un vittorioso e tale viene accolto nei padiglioni eterni. Ma il Vangelo non ha da essere solo la norma della nostra morte; dev’essere il pane quotidiano della nostra vita. Passando per le vie di città tradizionalmente cattoliche, vien spesso da dubitare della fede di molti. Del resto noi sappiamo quanti anche nella nostra Italia cattolica abbiano perso il senso di Dio. E