Come un arcobaleno
Castel Gandolfo, 18 novembre 1997 Questo brano apre uno squarcio su una dimensione originale del carisma dell’unità e del suo modo di incarnare l’amore cristiano in tutti gli aspetti della vita umana.
Castel Gandolfo, 18 novembre 1997 Questo brano apre uno squarcio su una dimensione originale del carisma dell’unità e del suo modo di incarnare l’amore cristiano in tutti gli aspetti della vita umana.
Mollens (CH), 16 agosto 1984 Nel testo, in filigrana, un’esperienza di Chiara. Il modo con cui ce la dona ci interpella personalmente. downloads/chi_19840816_it_2.mp3 Testo Download
Napoli, 3 maggio 1996 Questa risposta ai giovani sull’andare controcorrente appare oggi più attuale che mai, così consona alla fiducia che Papa Francesco ripone in loro: “I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude”. (Enciclica Lumen fidei, N. 53)
Roma, 25 ottobre 1999 Commento alla Parola di vita: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Mt 5,8). La predicazione di Gesù si apre col discorso della montagna. Davanti al lago di Tiberiade su una collina nei pressi di Cafarnao, seduto, come usavano fare i maestri, Gesù annuncia alle folle l'uomo delle beatitudini. Più volte nell'Antico Testamento risuonava la parola "beato" e cioè l'esaltazione di colui che adempiva, nei modi più vari, la Parola del Signore. Le beatitudini di Gesù riecheggiavano in parte quelle che i discepoli già conoscevano; ma per la prima volta essi sentivano che i puri di cuore, non solo, come cantava il Salmo, erano degni di salire sul monte del Signore (cf Sal 24,4), ma addirittura potevano vedere Dio. Quale era dunque quella purezza così alta da meritare tanto?Gesù l'avrebbe spiegato più volte nel corso della sua predicazione. Cerchiamo perciò di seguirlo per attingere alla fonte dell'autentica purezza. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Anzitutto, secondo Gesù, vi è un mezzo sovrano di purificazione: "Voi
Castel Gandolfo, 3 gennaio 1989 La “riscoperta” fatta da Chiara della centralità del comandamento nuovo viene qui comunicata ad un gruppo di giovani religiosi, che lei introduce e guida nella dinamica per attuarlo. {rokbox title=|L’amore reciproco: nucleo fondamentale della spiritualità dell’unità (I parte) :: Castel Gandolfo, 3 gennaio 1989| size=|561 350| thumb=|images/video/lubich_19890103.jpg|}http://vimeo.com/84128400&autoplay=1{/rokbox}
Roma, 18 dicembre 1948 Nei primi giorni del dicembre 1948, Chiara con tre delle sue prime compagne va ad abitare in casa dei coniugi Elena e Luigi Alvino. Da allora Chiara chiamerà la signora Alvino “Frate Jacopa” per il suo materno servizio e per la sua disponibilità verso tutti. Pochi giorni dopo il suo arrivo, Chiara confessa a Elena, con squisita sensibilità, il suo errore di giudizio nei confronti di alcune persone “ricche" Mia carissima in Gesù Amore Infinito, Stamane sarei corsa da Lei appena svegliata, se non avessi temuto di disturbare.Sentivo di dover compiere un atto di giustizia verso Gesù che nel mio cuore parlava così forte, rimproverandomi. Ciò che Le dico [...] vorrei restasse assolutamente fra il mio ed il suo cuore. Nessun altro potrebbe comprendere. Ieri, prima di andar a letto, e stamane pure ho sentito un certo disgusto in me. Non sapevo con precisione la causa di esso. Analizzandomi un po', un attimo solo, compresi che tutto dipendeva dal fatto d'aver ieri rotto la carità. Mi sembrava