La nostra responsabilità è grande

Roma, 30 marzo 1959 Certo che la nostra responsabilità è grande, perché noi cristiani dobbiamo essere dei testimoni di Cristo e, da come ci comportiamo, gli altri possono intuire quale sia il messaggio portato da Gesù in terra. Ma succede che alle volte la testimonianza di Cristo fatta dalle nostre persone sia poca o nulla, o deforme in una maniera o in un’altra. Caratteri vari e menti indocili all’azione della grazia danno di Gesù un’idea a loro immagine e somiglianza, per cui il mondo che vede e osserva, deduce quanto può dedurre dai dati che possiede: che la religione, ad esempio, piega il collo alle persone, ma non la volontà, nella sua radice più profonda, perché quel dato cristiano che si dice discepolo di Cristo, essendo ancor lui che vive in se stesso e non Cristo in lui, getta un’ombra che vela, nella sua persona, la religione da lui professata. Di conseguenza, continua e si perpetua tragicamente la separazione dei lontani da coloro che, rivivendo l’Amore che è Dio, dovrebbero attrarre

2021-08-31T02:02:15+02:0023 April 2012|

Intervista rilasciata a ZENIT in occasione della settimana santa

Roma, giovedì 8 aprile 2004 Ci avviciniamo alla Pasqua. Mentre nel mondo si respira un clima di paura per l’incombere del terrorismo, dal mistero del venerdì santo e della Pasqua di resurrezione, quale risposta? Chiara Lubich: E’ venerdì santo ogni giorno. Guardando il telegiornale, davanti al susseguirsi di uccisioni e attentati, in quelle immagini di violenza disumane, nel grido di quelle sofferenze, risuona il grido di abbandono che Gesù ha lanciato al Padre sulla croce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?, la sua prova più alta, la tenebra più oscura. Ma è un grido che non è rimasto senza risposta. Gesù non è rimasto nel baratro di quell’infinita sofferenza, ma, con uno sforzo immane e inimmaginabile si è riabbandonato al Padre, superando quell’immenso dolore ed ha riportato così gli uomini in seno al Padre e nel reciproco abbraccio. leggi tutto il testo

2021-08-31T02:02:14+02:005 April 2012|

Il crudo del Vangelo

Rocca di Papa, 6 dicembre 1973* L’estate scorsa è stata un po’ particolare per le sofferenze che Dio aveva pensato di riservare a me in modo speciale, e di conseguenza – per l’unità –, ad alcuni membri del Movimento che erano con me.Noi abbiamo sempre detto che il dolore e l’amore vanno taciuti, mentre la luce, che si ricava dall’esperienza, va data. Ciò che è avvenuto nei mesi passati mi sembra di un’importanza, vorrei dire, capitale, per noi. Mi pare infatti che Dio abbia voluto mettere in luce qualche cosa del suo Vangelo che non avevamo ancora approfondito. leggi tutto il testo * Questo testo è il frutto di un’esperienza spirituale vissuta da Chiara Lubich in quell’anno, quando, colpita nel fisico da una dolorosa doppia ernia del disco e nello spirito da altre sofferenze, venne ad approfondire una dimensione nuova del Vangelo. Il testo conserva la forma di una conversazione familiare con alcuni responsabili del Movimento perché così è nato.

2021-08-31T02:02:12+02:005 April 2012|

Voi siete già mondi, per la parola…

Commento alla Parola di Vita: Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato (Gv 15,3) Penso che il cuore dei discepoli, sentendo questa decisa parola di incoraggiamento di Gesù, abbia sussultato.Come sarebbe meraviglioso se Gesù la potesse indirizzare anche a noi! Per esserne un po' degni, vediamo di comprenderla. Gesù ha appena fatto il famoso paragone della vite e dei tralci. Egli è la vera vite, il Padre il vignaiolo, che recide i tralci infruttiferi e pota ogni tralcio che porta frutto, perché ne porti di più. Spiegato questo, egli afferma: Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato «Siete già mondi...». Di che purezza si tratta? Di quella disposizione d'animo necessaria per star dinanzi a Dio, di quell'assenza di ostacoli (come il peccato, ad esempio) che si oppongono al contatto col sacro, all'incontro col divino. Per avere questa purezza, è necessario un aiuto dall'Alto. Già nell'Antico Testamento, l'uomo aveva preso coscienza della sua incapacità di avvicinarsi a Dio con le sue sole forze. Occorreva

2021-08-31T02:02:11+02:0031 March 2012|

Verso la patria

Roma, 25 maggio 1970 Oggi si parla tanto del cristianesimo come messaggio sociale. Ed è bello ed è giusto che venga in rilievo questo suo aspetto. Giacché Dio s’è fatto uomo, è chiaro che egli sia interessato a tutte le nostre faccende. La vita del Cristo, del resto, è tutto un esempio di socialità.Occorre però ricordare che ciò che egli ha annunciato è anche e soprattutto un messaggio spirituale.Noi cristiani facciamo dei torti immani alla nostra fede.Abbiamo il coraggio di amare qualche volta Dio e i nostri simili, d’esser un po’ buoni e onesti. Non di rado preghiamo: conduciamo insomma una vita che ha sapore cristiano, innegabilmente.Ma ci sono delle verità alle quali pensiamo troppo poco, oppure – confessiamolo – quasi mai, o solo quando siamo costretti... leggi tutto il testo pubblicato su Città Nuova n° 10/1970

2021-08-31T02:02:11+02:0030 March 2012|

Se siamo uniti Gesù è fra noi

Roma, 12 novembre 1949 Riportiamo un commento di Chiara Lubich alla Parola del Vangelo: “Lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato” (Mt 6,22). Scritto probabilmente nell’autunno 1949, tale commento è stato pubblicato in data 12 novembre 1949 nel settimanale La Via, fondato da Igino Giordani. Se siamo uniti Gesù è fra noi. E questo vale. Vale più d’ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore: più della madre, del padre, dei fratelli, dei figli. Vale più della casa, del lavoro, della proprietà; più delle opere d’arte d’una grande città come Roma, più degli affari nostri, più della natura che ci circonda con i fiori e i prati, il mare e le stelle; più della nostra anima. leggi tutto il testo

2021-08-31T02:02:10+02:0017 March 2012|
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