Quella parola
Rocca di Papa, 20 novembre 1979
La Parola di vita che viene proposta a tutto il Movimento dei Focolari per il mese di marzo 2015 recita così: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8, 34). Una Parola che Chiara Lubich ha avuta presente tutta la vita e che è stata fonte di luce per lei e per tanti altri nel mondo. Ecco come la spiegava ai giovani nel 1979.
Carissimi gen,
forse volete sapere una parola che sia quella; una parola che dica tutto, che riassuma la verità, che vi porga una ricetta per una vita vera.
È ciò che sto meditando anch’io questi giorni.
Bene, gen, mi sono convinta che non vi è strada più sicura, per arrivare alla vita perfetta, di quella del dolore abbracciato per amore.
E così l’hanno pensata tutti i Santi, di tutti i secoli.
Il fatto è che ognuno ha voluto seguire Gesù e Lui ha parlato chiaro: «Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8, 34).
«…Prenda la sua croce».
Ognuno per seguire Lui, il Perfetto, non ha che da accogliere nel suo cuore la propria croce, i propri dolori.
Tutti ne abbiamo. Ebbene: alziamoci la mattina col cuore cambiato. Lo sappiamo: il dolore si vuole allontanare, accantonare, dimenticare. Così è fatto l’uomo. Ma non così il cristiano. Egli, perché seguace di Cristo, sa che il dolore è prezioso, che va accettato come ha fatto Gesù con la sua croce, e lo abbraccia con tutto lo slancio del suo cuore.
Quale sarà il risultato? Quale il frutto?
Ne verranno tutte le virtù: la pazienza, la purezza, la mansuetudine, la povertà, la temperanza e così via.
E, con tutte le virtù, la perfezione, la vita vera.
Ci state?
Ogni uomo che vuole raggiungere un traguardo, deve sottomettersi a fatiche, a sacrifici, a sforzi.
Il nostro traguardo è Gesù.
Per seguirlo occorre il dolore amato.
Ciao gen, con tutto l’augurio perché sappiate essere degni di Lui.
Chiara Lubich
(da “gen”, ottobre - novembre 1979: editoriale)