Ginevra, 18 aprile 2018
Il 18 aprile u.s. si è svolto a Ginevra un momento di commemorazione per il decimo anniversario della morte di Chiara Lubich. L’evento, organizzato congiuntamente dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) e dal Movimento dei Focolari, si inseriva nelle numerose celebrazioni del 70° anniversario della fondazione del CEC. Il segretario generale del CEC, il reverendo Olav Fykse Tveit, e il co-presidente del Movimento dei Focolari, Jesús Moran, hanno tracciato un ampio quadro della realtà del dialogo come cammino e come caratteristica di una vita cristiana autentica.
Molte delle 160 persone presenti hanno scoperto in questa occasione la lunga amicizia e collaborazione sviluppatesi tra il CEC e i Focolari. Risale infatti al 1967 la prima visita di Chiara Lubich al Centro ecumenico. Vi era stata invitata dal teologo riformato Lukas Vischer, che l’aveva incontrata a Roma mentre partecipava, in qualità di osservatore, al Concilio Vaticano II. A Ginevra Chiara poté incontrare in quell’occasione altre personalità, tra le quali il primo segretario generale del CEC, Willem Visser ’t Hooft, e anche uno successivo, Philip Potter.
Da quel giorno, su desiderio del Consiglio Ecumenico delle Chiese, una focolarina ha sempre lavorato nella sua sede a Ginevra. A Luzia Wehrle, che è stata la prima, Chiara indicò come programma: «Basta amare. Amare Gesù in ogni persona».
Quindici anni dopo quello storico primo incontro a Ginevra, Philip Potter, ormai segretario generale, invitò Chiara a tornare nuovamente. Così, il 5 ottobre 1982, la Lubich parlò a 120 tra direttori ed impiegati del CEC. Fu in quel momento che Philip Potter fece un’affermazione significativa sul Movimento dei Focolari: «Voi avete uno stile di vita ecumenico».
La terza visita di Chiara a Ginevra, nel ottobre 2002, è stata voluta dal CEC insieme alla Chiesa protestante di Ginevra. Per una settimana si sono susseguiti vari incontri, di cui uno all’Istituto ecumenico di Bossey, importante organo del Consiglio Ecumenico per la formazione al dialogo. Allora come oggi, era il Rev. dr.Ioan Sauca a dirigere l’Istituto. Nella celebrazione del 18 aprile scorso, egli ha ricordato l’importanza che quell’incontro con Chiara aveva avuto per l’Istituto e come avesse aiutato a chiarire il problema della relazione tra identità e unità: «Chiara era cattolica romana dalla testa ai piedi, ma aperta agli altri. Non abbandonava la sua identità cattolica, però incontrava le persone sulla base del dialogo e della comunione. Il suo ecumenismo consisteva in una identità chiara aperta alla discussione con altre identità chiare».
Il 18 aprile altre testimonianze, domande ed osservazioni del pubblico hanno manifestato la sensazione che il cammino comune percorso dal CEC e dai Focolari sia una storia che entri ora in una fase nuova. A conclusione dell’evento un momento di preghiera nella cappella del Centro ecumenico. Sono risuonate le parole pronunciate da Chiara nella sua visita nel 2002 : «Eccoci qui per chiederti anzitutto una cosa grande, Signore! Tu, che hai detto: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome [nel mio amore], io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20), suscita in tutti noi quel grande rispetto fraterno, quel profondo ascolto vicendevole, accendi quel sufficiente reciproco amore, che permettano, anzi portino la tua presenza spirituale in mezzo a noi. Perché lo sappiamo: “Senza di te non possiamo far nulla” (cf Gv 15,5)».
Martin Roch