La Sala della Protomoteca in Campidoglio, sede del Comune di Roma, ha accolto il 17 gennaio 2015 la sesta edizione del Premio Chiara Lubich per la Fraternità alla presenza di autorità civili e religiose e delle delegazioni delle città premiate.
La città di Cannes, Francia, è vincitrice del primo premio per aver accolto e sostenuto il progetto VEAC (Vivere insieme a Cannes) in cui cittadini di diverse provenienze, culture e religioni si sono impegnati per iniziative comuni atte a favorire la reciproca conoscenza e a incrementare rapporti di amicizia e di fraternità.
Ai comuni di Cannara e Foligno in Umbria, San Severino e Tolentino nelle Marche, di Trieste e di Pisa gli altri riconoscimenti. Sei città italiane ed una francese si sono ritrovate idealmente unite nel comune intento di procedere con i propri concittadini sul cammino della collaborazione e della partecipazione attiva per il bene comune.
La cerimonia della premiazione si è svolta nel corso di un convegno sul tema: “Dialogo e comunità, quale rapporto con la fraternità? Dalla comunità locale a quella globale per una nuova coesione sociale” organizzato dall’Associazione Città per la Fraternità promotrice del premio.
La sede scelta, il Campidoglio, riporta la memoria alla storia che collega il rapporto che lega la città, e in particolare Roma, alla persona cui il premio è intitolato. Nel pensiero e nella vita di Chiara Lubich emerge infatti un’idea di città quale luogo abitato da una comunità che, nell’intrecciare relazioni tra i cittadini, e tra i cittadini e le istituzioni può allargare i propri confini sia interni che esterni.
A quest’idea si ispira l’Associazione, sorta nel 2008, su impulso di Pasquale Boccia sindaco di Rocca di Papa, città dei Castelli Romani dove Chiara è vissuta per tanti anni e dove ha sede il Centro internazionale dei Focolari. L’Associazione attualmente riunisce a vario titolo circa 140 Comuni ed Enti pubblici.
Il Premio Chiara Lubich per la fraternità 2014 consiste in una originale scultura in ceramica raffigurante una casa formata da mani tese che la costruiscono in fraternità, un simbolo che viene assegnato ad una amministrazione comunale (eventualmente a più amministrazioni che presentano un unico progetto, individuando comunque un Comune capofila), valutando l’attuazione di un programma che, lungo il suo ciclo di vita, rappresenti la declinazione di uno o più aspetti del Principio della Fraternità applicato alle politiche pubbliche.
In questo momento che vede tanti conflitti aperti, è particolarmente significativo il premio conferito a una città francese per il suo progetto dal timbro multiculturale e interreligioso, che poggia su un’idea, semplice quanto impegnativa e coinvolgente: la pace è possibile col “Vivere insieme” nelle differenze.