“Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà. Mitezza, dominio di sé: contro queste cose non c’è legge” (Gal. 5,22-23).

Parola di vita di gennaio 1993 Il commento di Chiara Lubich a questo brano della Lettera di Paolo ai Galati, proposto nel gennaio del 1993, è quanto mai attuale e invita a una relazione profonda e fruttuosa con lo Spirito Santo. La Parola di vita di questo mese è presa da una lettera che san Paolo aveva indirizzato ai Galati in un momento particolarmente critico della loro esperienza cristiana.Suggestionati da falsi maestri, stavano deviando dal Vangelo e l'Apostolo era corso ai ripari mettendoli di fronte al grave errore in cui rischiavano di cadere: quello cioè di perdere il frutto incommensurabile della redenzione, il dono dello Spirito Santo, che Gesù ci ha ottenuto morendo sulla croce.Nella sezione da cui è presa questa Parola, san Paolo descrive appunto la distanza abissale che passa tra una vita schiava dell'egoismo ed una vita totalmente animata e guidata da quell'amore che è proprio di Gesù e che Egli ci ha comunicato mediante il suo Spirito. "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,

2021-08-31T02:01:39+02:0030 April 2018|

Il Risorto

14 novembre 2002 L’evento della resurrezione di Gesù è ripercorso da Chiara Lubich in questa conversazione telefonica alle comunità dei focolari nel mondo, da Castelgandolfo il 14 novembre 2002, con lo stupore e la gioia di chi vi si accosta con cuore e occhi nuovi. Ne scaturisce una forte esperienza di fede nella vita oltre la morte e nell’Amore di Dio per ogni persona.  Download audio Carissimi e carissime, eccoci al nuovo Collegamento del mese di novembre. Il pensiero attuale verte su un preciso particolare della vita cristiana. Ma, poiché fanno parte del nostro Movimento fedeli di altre religioni del mondo o persone di culture diverse, desidero premettere un suggerimento e un consiglio proprio per loro. Come sapete, noi siamo tutti un'unica Opera, dove deve trionfare tra noi la "regola d'oro" presente nelle nostre Scritture ("Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te" oppure "Non fare agli altri ciò che  non vorresti fosse fatto a te"), regola che richiede di amarci, e, perciò, di conoscerci sempre meglio. Per questo

2021-08-31T02:01:18+02:0012 April 2018|

Vieni, Signore Gesù

Rocca di Papa, 23 marzo 1989 “Vieni Signore Gesù” è la preghiera che Chiara Lubich ha proposto, in una conversazione telefonica del 1989, alla comunità dei Focolari nel Mondo, in preparazione della Pasqua. In questi giorni della Settimana Santa ci può accompagnare nell’accogliere il Risorto in ogni momento e far così di ogni giorno un’esperienza di Pasqua. Carissimi, Oggi è giovedì santo, un giorno specialissimo per noi. Esso ci ricorda diverse realtà divine che stanno al cuore della nostra spiritualità, sicché ogni anno, alla sua ricorrenza, avvertiamo tutto il fascino di questo giorno e non è raro che qualcosa di paradiso investa la nostra anima. Come infatti non sentire il nostro cuore dilatarsi se il giovedì santo sottolinea in tale modo il comandamento nuovo di Gesù, l'unità, suo testamento, l'Eucaristia, suo straordinario dono, e il sacerdozio che la rende possibile? Soffermiamoci allora oggi con immensa gratitudine su questi straordinarissimi misteri fondamentali per ogni cristiano e per noi in particolare.E domani sarà venerdì santo. Anch'esso ci porta nel cuore del cristianesimo e della nostra spiritualità: Gesù muore, muore abbandonato.Non vi

2021-08-31T02:01:39+02:0028 March 2018|

Diario

27 marzo 1981 Il dolore di Gesù, profondamente umano, è proposto in questo stralcio del diario di Chiara Lubich del 1981 come preparazione al periodo della Quaresima. Tengo con me un portafotografie con Gesù abbandonato.L'altro ieri guardando quel volto fui colpita dal dolore di Gesù abbandonato e dalla sua umanità sofferente. Era il giorno dell'incarnazione e proprio in quel giorno ho sentito Gesù profondamente umano, fino a commuovermi: quegli occhi rivolti al Cielo in cerca del Padre, quel sangue... erano così verosimili! Ed ho compreso in maniera nuova come realmente ci ha, mi ha amata. Mi sembrava impossibile che fosse Dio, così sofferente com'era e perfettamente uomo, ed ho capito la kenosi, il doppio annientamento, se così si può dire, dell'incarnazione e dell'abbandono. Ho deciso di mettere questa riproduzione di Gesù in tutti i focolari, perché i focolarini vedendola possano ripetere anche oggi: "Perché sei abbandonato."  Oggi ripetere tutto il giorno: "Perché sei abbandonato." Ripeterlo nell'abbracciare sempre, subito, con gioia le croci che sopravvengono, nell'operare i distacchi che mi domanda la volontà

2021-08-31T02:01:37+02:0019 February 2018|

“Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 13-14).

Parola di vita di marzo 2002 Leggiamo qui il commento di Chiara Lubich alla Parola di Vita del marzo 2002, che offre un’ulteriore riflessione per approfondire e vivere il brano del Vangelo di Giovanni proposto per questo mese. In questa perla del Vangelo che è il discorso alla Samaritana, nei pressi del pozzo di Giacobbe, Gesù parla dell'acqua come dell'elemento più semplice, ma che si evidenzia più desiderato, più vitale per chi ha consuetudine col deserto. Non gli occorrevano molte spiegazioni per far intendere cosa significasse l'acqua. L'acqua sorgiva è per la vita nostra naturale, mentre l'acqua viva, di cui parla Gesù, è per la vita eterna. Come il deserto fiorisce solo dopo una pioggia abbondante, così i semi sepolti in noi col battesimo possono germogliare solo se irrorati dalla Parola di Dio. E la pianta cresce, mette nuovi germogli e prende la forma di un albero o di un bellissimo fiore. E tutto questo perché riceve l'acqua viva della Parola che suscita la vita e la mantiene per l'eternità. "Chiunque

2021-08-16T03:50:15+02:005 February 2018|

Essere Maria

Carissimi gen, e torna, come una dolcissima poesia, la ricorrenza di Natale. In questi giorni, come da secoli ormai, si intrecciano gli auguri, e la pace, che gli angeli hanno annunziato allora, si vede rifiorire, magari per pochi istanti, anche sul volto di uomini che non la conobbero mai. Anch’io voglio augurarvi qualcosa che vi sia veramente gradito e soprattutto desiderato da Colui che guida i nostri passi e sa il nostro bene. Questo il mio augurio: che la nostra vita sia un continuo Natale, solennizzato nel segreto dei cuori e nell’intima fraternità che ha da estendersi in senso sempre più vasto fino a prendere, quando Dio avrà stabilito, i confini della terra: finché «tutti siano uno». Noi siamo legati per il nostro comune Ideale da un vincolo fortissimo, il più forte crediamo, che possa esistere fra i cristiani. Vogliamo camminare verso Dio, uniti fra noi, fatti realtà viva del suo ultimo desiderio, nel quale abbiamo trovato non solo la nostra specifica strada per farci santi, ma un modo di santificare

2021-08-31T02:01:21+02:0024 December 2017|
Go to Top