Cristiana Capotondi, premiata alla 48ª edizione dei Premi Internazionali Flaiano

Nella sezione TV-giornalismo della 48ª edizione dei Premi Internazionali Flaiano, è stata premiata come migliore attrice, Cristiana Capotondi per l’interpretazione da protagonista in "Chiara Lubich - L’Amore vince tutto” del regista Giacomo Campiotti. Il 4 luglio la cerimonia finale di premiazioni per le sezioni di Cinema, Teatro, Radio, Televisione e Giornalismo. Il 3 gennaio 2021, ancora nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Chiara Lubich a Trento, Rai1 ha trasmesso il Film “Chiara Lubich - l’Amore vince tutto”. La giovane maestra che vive l’orrore della seconda guerra mondiale a Trento, cerca di dare un senso a quello che sta accadendo e comprende, in una città devastata dai bombardamenti, che Dio è l’unico ideale che non è crollato. Chiara sceglie così, di vivere concretamente il vangelo con un’unica missione: fare in modo “che tutti siano uno” (Cfr Gv 17,21). Cristiana Capotondi ha dato il volto ad una donna, dalla forte forza carismatica che ha scelto l’amore come bussola della vita e che con il suo messaggio di accoglienza verso il

2021-07-05T00:00:00+02:005 July 2021|

Dedicato a Chiara Lubich il ponte di San Ruffillo, tra Bologna e Rastignano

Il 24 giugno, è stato intitolato a Chiara Lubich, il ponte sul fiume Savena in San Ruffinollo. Un riconoscimento che rimanda ad un’immagine cara a Chiara che già negli anni ’40 a Trento, rappresentava il legame che può esserci tra persone che, nell’amore reciproco, superano posizioni che possono essere distanti come lo sono gli argini di un fiume che mai saranno uniti se non da un ponte. Alle sue compagne, sul ponte del Fersina a Trento, disse: «Ho capito come dobbiamo amarci, secondo il Vangelo: sino a consumarci in uno». Igino Giordani ricorda: "«O l’unità o la morte», suonava il motto scelto anche per il Natale 1946. Con la sensibilità che captava da lungi i disegni di Dio, le giovani avevano intuito il valore della preghiera suprema di Gesù: «Che tutti siano uno»” (Erano i tempi di guerra, Città Nuova, 2007, pag. 71). Ai giovani convenuti allo stadio Flaminio di Roma, nel 1980, Chiara Lubich svela quale potrà essere il loro contributo alla società se agiranno nella particolare prospettiva di una

2022-06-04T12:03:21+02:005 July 2021|

Trento ricorda la visita della concittadina Chiara Lubich

“Chiara Lubich ha chiesto a Trento di essere 'ardente', ovvero appassionata e sinceramente interessata agli altri, all’ambiente, al mondo che poi è la nostra casa”[1]. “E’ una gioia per me trovarmi nuovamente nella mia città, che ho sempre amato, e suscita nel mio animo tanti ricordi della mia fanciullezza e giovinezza”, affermava Chiara Lubich il 2 giugno 2001 aprendo lo sguardo dei concittadini ad una prospettiva per “una città che potrebbe mostrare e gridare come sarebbe il mondo, se tutti vivessero il vangelo! Non sarebbe augurabile - continua Chiara - che Trento, città del concilio, che ha suggellato nel secolo XVI la divisione fra i cristiani, diventasse ora simbolo ed emblema della divina unità per la quale Gesù ha dato la vita? A voi, ai nostri cuori generosi, la risposta” [2]. Una proposta rivolta ai soli cristiani? Chiara, che ha dedicato la sua vita per aiutare le persone a scoprire l’amore e la comprensione reciproca, promuovendo la solidarietà e il dialogo tra i popoli e le diverse religioni, come ricordava la

2022-06-04T12:34:52+02:0021 June 2021|

La luce va data. Un libro di Maria Caterina Atzori sugli scritti di Chiara Lubich

«La tua la nostra messa il mondo non capirà. È tanto difficile capire il dolore offerto per amore»! Sono le prime parole di un canto del complesso internazionale Gen Rosso che echeggia in tante nostre chiese, immergendoci nel mistero più profondo della celebrazione eucaristica. Pochi ne conoscono l’origine. Sono versi diffusi in un piccolo libro che raccoglie alcuni testi di Chiara Lubich, un best seller, con traduzioni in quasi 30 lingue, 29 edizioni, centinaia di migliaia di copie. Il suo titolo è: Meditazioni. Il cardinale Gianfranco Ravasi, in apertura dell’ultima edizione del 2020, definisce quelle meditazioni «una terapia per l’anima», «una medicazione necessaria soprattutto oggi quando l’esteriorità, che genera superficialità, ha aperto tante feritoie nella coscienza». In quest’ultimo tempo è comparsa nelle librerie una nuova pubblicazione che illumina ancor più quelle pagine. Si tratta della prima edizione critica di queste meditazioni dal titolo La luce va data ad opera di Maria Caterina Atzori, da anni studiosa degli scritti di Chiara Lubich in prospettiva linguistico-letteraria. Questo testo è frutto di una ricerca

2021-05-19T00:00:00+02:0019 May 2021|
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