Trento ricorda la visita della concittadina Chiara Lubich
“Chiara Lubich ha chiesto a Trento di essere 'ardente', ovvero appassionata e sinceramente interessata agli altri, all’ambiente, al mondo che poi è la nostra casa”[1]. “E’ una gioia per me trovarmi nuovamente nella mia città, che ho sempre amato, e suscita nel mio animo tanti ricordi della mia fanciullezza e giovinezza”, affermava Chiara Lubich il 2 giugno 2001 aprendo lo sguardo dei concittadini ad una prospettiva per “una città che potrebbe mostrare e gridare come sarebbe il mondo, se tutti vivessero il vangelo! Non sarebbe augurabile - continua Chiara - che Trento, città del concilio, che ha suggellato nel secolo XVI la divisione fra i cristiani, diventasse ora simbolo ed emblema della divina unità per la quale Gesù ha dato la vita? A voi, ai nostri cuori generosi, la risposta” [2]. Una proposta rivolta ai soli cristiani? Chiara, che ha dedicato la sua vita per aiutare le persone a scoprire l’amore e la comprensione reciproca, promuovendo la solidarietà e il dialogo tra i popoli e le diverse religioni, come ricordava la