Un'unica parola: amare
Mollens, 10 settembre 1987
Il laico, nel pensiero cristiano, chi è?
Un quesito non secondario per la maggior parte dei cristiani, che sono appunto laici. In questo testo del 1987, fatto alla vigilia del Sinodo dei Vescovi per il laicato, cui partecipò e intervenne con il tema “Spiritualità e Movimenti”, la visione sempre attuale della Fondatrice dei Focolari. .
Carissimi,
Questa volta vi parlo di una cosa particolare.
La Chiesa cattolica sta per celebrare un avvenimento a cui certamente le altre Chiese cristiane saranno interessate per la specificità dell’argomento che vi si affronterà. Si tratta del Sinodo sui laici, che si terrà in Vaticano nel mese di ottobre. Vi parteciperanno cardinali, vescovi, qualche sacerdote e una sessantina di laici di tutto il mondo, fra i quali il Santo Padre ha scelto anche me.
Vi andrò quindi cercando di dare tutta la mia attenzione ed il mio contributo, anche se, forse, solo indiretto, alla trattazione di un simile tema.
La realtà dei laici, infatti, nella Chiesa, come sapete, va approfondita. Voi tutti avete lavorato per preparare questo Sinodo e noi tutti insieme – giacché la nostra è un’Opera prevalentemente laica – ci aspettiamo molto da esso.
Ma sono solo i Padri sinodali e quei laici invitati che devono accollarsi le soluzioni della vasta problematica del mondo laicale? Io penso che, essendo questo un avvenimento di Chiesa, tutta la Chiesa dovrebbe in qualche modo parteciparvi. Almeno con la preghiera, come faranno le suore di clausura, perché lo Spirito Santo mandi i suoi lumi.
Per noi però non basta la preghiera. Siamo talmente cointeressati a questi problemi che dobbiamo fare qualcosa di più. Anche perché, come ho visto negli incontri preparatori, l’influenza delle idee di un Movimento laico, suscitato nel presente secolo dallo Spirito Santo, potrebbe essere notevole.
E allora, cosa fare? Non potendo partecipare tutti materialmente al Sinodo, vi parteciperemo spiritualmente vivendo, in questi prossimi giorni di vigilia e poi per tutto ottobre, da laici perfetti.
Gesù vedrà il nostro sforzo e manderà buone ispirazioni ai membri del Sinodo.
Laici perfetti. Cosa distingue un laico perfetto? Lo distingue il tradurre in vita quell’inserimento nel Corpo Mistico di Cristo che gli viene dato dal battesimo e che lo rende partecipe delle funzioni di Cristo: sacerdotale, profetica e regale; funzioni che il laico ha in comune con gli ecclesiastici e i religiosi (cf. LG 10-12).
Ora i laici possono partecipare a queste funzioni di Cristo in vari modi. Ma non è qui il posto per approfondirli tutti.
Prendiamone in rilievo allora qualche aspetto e puntualizziamolo per viverlo bene in questi quindici giorni.
I laici partecipano alla funzione sacerdotale di Cristo immolando se stessi, il proprio "uomo vecchio", e lasciando vivere l’"uomo nuovo". In altre parole, facendo di tutto perché il Risorto viva in loro e fra loro.
Partecipano alla funzione profetica di Cristo con la testimonianza data come singoli, e con quella collettiva; e poi anche con la parola.
Partecipano alla funzione regale di Cristo animando cristianamente il mondo. E un modo di far ciò è – secondo il Concilio – quello di mettere in atto una più equa distribuzione dei beni.
Come pensare allora, nei prossimi quindici giorni, questi tre modi di partecipare alle funzioni di Cristo perché siano facili da vivere? Io direi di concentrarsi su un’unica parola: amare, amare il prossimo. Se noi ameremo, infatti, il Risorto sarà in noi e fra noi.
Se noi ameremo, daremo testimonianza con la vita e verrà spontaneo darla anche con la parola. Se noi ameremo, incrementeremo spontaneamente la comunione dei beni fra noi e con gli altri.
Andiamo avanti così. Viviamo nell’amore e dell’amore. Se così sarà vi sentirò tutti presenti con me in quest’assise della Chiesa e le ispirazioni dello Spirito Santo verranno colte in pienezza anche per il nostro generale contributo.
Cercando le cose di lassù, Città Nuova, Roma 1992-4, p. 56-58.