“A Dio interessa il vincolo divino, lo Spirito Santo, quello che ci fa figli di Dio e fratelli tra noi, unico vincolo di fraternità”[1]

Lo Spirito Santo è la forza di Dio che agisce. “Tu sei la luce, la gioia, la bellezza. Tu trascini le anime, tu infiammi i cuori e fai concepire pensieri profondi e decisi di santità con impegni individuali inattesi. Tu operi quello che molte prediche non avrebbero insegnato”[2].

Nella spiritualità di Chiara Lubich “lo Spirito Santo è considerato anzitutto per quanto significa in Dio e per l’uomo. Egli è vincolo d’unità fra le divine Persone, Padre e Figlio, e vincolo d’unità fra i cristiani. […] Lo Spirito Santo, respiro di Gesù e atmosfera del Cielo, è anche il respiro del suo corpo, la Chiesa. E lo si avverte se la Chiesa è «Chiesa» nel pieno senso; se è, cioè, Regno di Dio, Cielo trasferito in terra, per l’unità”[3].

La spiritualità di comunione vissuta, per azione dello Spirito Santo offre, in particolare nell’ambito ecumenico, un particolare contributo: “legherà in uno tutti coloro che la vivono, sicché si sentiranno solidali fra loro e, in un certo modo, già uno. Avvertiranno di formare, per così dire, un solo popolo cristiano che potrà essere – con tutto ciò a cui conducono le altre forze suscitate dallo Spirito Santo in questo tempo ecumenico – un lievito per la piena comunione tra le Chiese. Sarà quasi l’attuarsi di un altro dialogo, dopo quello della carità, della preghiera e quello teologico: il dialogo del popolo”[4]. Perché, pur non essendo uniforme, evita gli estremi, fa avvertire in modo particolare, per esempio, ai cristiani ortodossi il respiro dello Spirito Santo [5]. L’archimandrita rumeno-ortodosso Dalea ebbe modo infatti di affermare: “Questo spirito del Movimento porta i padri della Chiesa nel mondo di oggi ad incarnare l’unità nella verità”[6].

In una dimensione ancor più ampia, poiché “lo Spirito come il vento, soffia dove vuole” (Gv. 3,8), “essendo, poi, i non cristiani nella possibilità di averLo nel loro cuore, se di buona volontà, è vincolo d’unità, in certo modo, anche con essi”[7].

Note

  1. [1]

    Chiara Lubich, Ostia, 26 ottobre 1949, in Lo Spirito Santo, a cura di F. Gillet e R. Silva, Città Nuova, Roma 2018, pag. 36

  2. [2]

    2. Chiara Lubich, “La dottrina spirituale”, Mondadori, 2001 pag.190

  3. [3]

    3. Chiara Lubich, Dal discorso “III tema sulla spiritualità collettiva”, in Una via nuova, Città Nuova 2002, pag.

  4. [4]

    4. C. Lubich, Una spiritualità per la riconciliazione, in La dottrina spirituale, a cura di Michel Vandeleene con i saggi di Piero Coda e Jesus Castellano, Mondadori, Milano 2001 pagg. 374 – 375

  5. [5]

    5. Cfr. H. Blaumeiser, Ortodossi e cattolici per l’unità, in Gen’s, n.7 1978 pag. 3

  6. [6]

    6. Archivio del Centro “Uno”, segreteria ecumenica del Movimento dei Focolari; citato in Back J. Patricia, Il contributo del Movimento dei Focolari alla koinonia ecumenica, una spiritualità del nostro tempo al servizio dell’unità, Città Nuova, Roma, 1988, pag. 182

  7. [7]

    7. Chiara Lubich, Dal discorso “III tema sulla spiritualità collettiva”, in Una via nuova, Città Nuova 2002, pag. 28

Riferimenti bibliografici

  • La dottrina spirituale, a cura di Michel Vandeleen, Mondadori, Milano 2001
  • Una via nuova. La spiritualità dell’unità, Chiara Lubich, Città Nuova 2002
  • Lo Spirito Santo, a cura di F. Gillet e R. Silva, Città Nuova, Roma 2018