"Come te stesso."
"As yourself."
Amare è un’arte che nasce dal modo con cui ci relazioniamo con i prossimi. Chiara Lubich, in questo scritto degli anni ’60 invita a non fare alcuna discriminazione, a “non cercare scuse all’amore. Il prossimo è chiunque ti passa accanto – dice – chiunque”.
Ogni Parola di Dio è il minimo e il massimo che egli ti chiede, per cui quando tu leggi: «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Mt 19, 19), hai della legge fraterna la massima misura.
Il prossimo è un altro te stesso e come tale lo devi amare.
Se lui piange, piangerai con lui; e se ride con lui riderai; e se ignora ti farai con lui ignorante e se ha perduto suo padre t’immedesimerai nel suo dolore.
Tu e lui siete due membra di Cristo e che soffra l’una o l’altra è la stessa cosa per te.
Perché per te ciò che vale è Dio che è Padre d’entrambi.
E non cercare scuse all’amore. Il prossimo è chiunque ti passa accanto, povero o ricco, bello o brutto; ignorante o dotto, santo o peccatore, della tua patria o straniero, sacerdote o laico; chiunque.
Prova ad amare chi ti sfiora nel momento presente della vita e scoprirai nell’animo tuo nuovi germogli di forze non conosciute prima: esse daranno sapore alla tua vita e risponderanno ai tuoi mille perché.
C. Lubich, La dottrina spirituale, nuova edizione aggiornata e ampliata, a cura di M. Vandeleene, Città Nuova, Roma 2006, pp. 122-123