13 dicembre 1968
Dal diario di Chiara
|
... Nessuno è perduto di quelli che entrano in Dio: ché, se qualcosa valeva realmente nel fratello che ora ha la vita mutata, ma non tolta, questa era la carità. Sì, perché tutto passa. Passano persino, con la scena di questo mondo, le virtù della fede e della speranza. La carità resta.
Ora quell'amore che il nostro fratello ci portava, quell'amore vero perché avente radice in Dio, quell'amore rimane. E Dio non è così poco generoso con noi da toglierci ciò che Lui stesso ci aveva donato.
Ora ce lo dà in altra maniera. E quel fratello, quei fratelli continuano ad amarci con una carità ora che non subisce oscillazioni, ma cresce.
Noi, piuttosto, dobbiamo credere a questo amore e chiedere a questi nostri fratelli, mentre facciamo la nostra parte di dar loro la nostra carità che può essere espressa nell'opera di misericordia che il cristiano conosce ed è pregare per quelli che hanno raggiunto la meta.
No, non sono perduti i nostri fratelli. Essi sono di là come fossero partiti di casa per portarsi in un altro ambiente e noi per questo non li riterremo perduti.
Essi sono nella celeste patria ed attraverso Dio in cui sono, noi possiamo continuare ad amarci a vicenda, come il Vangelo ci insegna. Allora la Comunione dei Santi sarà sempre più una realtà ed il vivere questa realtà della nostra fede preparerà anche noi al grande giorno con tutta semplicità: ché chi possiede Dio come unico tesoro in vita non deve temere la morte: essa non è che la porta per un maggior possesso di Lui.