Dal 3 all’8 ottobre del 1939 Silvia partecipa ad un incontro per giovani dirigenti dell’Azione Cattolica a Loreto. Spesso, in quei giorni, si reca presso il santuario che ospita la casa che secondo la tradizione fu della Famiglia di Nazareth. Chiara ricorda: “mi inginocchio accanto al muro annerito dalle lampade. Qualcosa di nuovo e di divino mi avvolge, quasi mi schiaccia. Contemplo col pensiero la vita verginale dei tre. Dunque Maria avrà abitato qui (penso), Giuseppe avrà attraversato la stanza da lì a lì. Gesù Bambino in mezzo a loro avrà conosciuto per anni questo luogo. I muri avranno riecheggiato la sua vocetta di infante…”[1]. È di quel tempo la prima intuizione d’esser chiamata in una strada, nuova e particolare, che ha a che fare con quella singolare Famiglia: “quella convivenza di vergini con Gesù fra loro ha su di me un’attrattiva irresistibile. Capisco che è una cosa nuova. Ma, non so altro. Così nel 2001, Chiara racconta ai suoi concittadini a Trento.