Pasquale Foresi, aveva sentito parlare di Chiara Lubich, della sua spiritualità e della sua esperienza di vita, da una delle sue prime compagne, Graziella De Luca. È il Natale del 1949, quando incontra Chiara per la prima volta.
Igino Giordani ricorda così quel primo incontro: “ci fu un raduno cui parteciparono Giulio Marchesi, Antonio Petrilli, Enzo Fondi, Marino Fornari da Roma e Pasquale Foresi da Pistoia con altri: in tutto 42 persone. Foresi per tre giorni non parlò. Lui era il primo a correre a lato o ai piedi di Chiara e ad ascoltarla con avidità, come assetato. Alla fine scoppiò a piangere e corse a Roma per chiedere al padre il permesso di entrare in focolare[1]. Due cose sono notevoli in quell’incontro: la rapidità con cui Foresi comprese Chiara; l’illuminazione con cui Chiara intravide la missione di quel ragazzo negli anni successivi»[2].
Se con l’incontro tra Chiara Lubich e Igino Giordani si generano in lei luminose intuizioni, mistiche comprensioni e al contempo un’apertura verso l’umanità, con l’incontro con Pasquale Foresi, quelle illuminazioni e quella apertura, trovano adeguate modalità di realizzazione e gli idonei strumenti di mediazione.