Sullo sfondo del crollo di ogni cosa, nel clima di odio e violenza della guerra, nel 1943 Chiara fa la “folgorante scoperta” dell’Unico che resta: Dio che sperimenta come Amore.
“Un fatto. Facevo scuola. Un sacerdote di passaggio […] chiede di dirmi una parola. Mi domanda di offrire un’ora della mia giornata per le sue intenzioni. Rispondo: perché non tutta la giornata? Colpito da questa generosità giovanile […] mi dice: «si ricordi che Dio la ama immensamente». È la folgore. «Dio mi ama immensamente». «Dio mi ama immensamente». Lo dico, lo ripeto alle mie compagne: Dio ti ama immensamente. Dio ci ama immensamente. Da quel momento scorgo Dio presente dappertutto col suo amore: nelle mie giornate, nelle mie notti, nei miei slanci, nei miei propositi, nelle situazioni tristi, scabrose, difficili. C’è sempre, c’è in ogni luogo e mi spiega. Che cosa mi spiega? Che tutto è amore: ciò che sono e ciò che mi succede: ciò che siamo e ciò che ci riguarda […]. E mi sostiene e mi apre gli occhi su tutto e su tutti come su altrettanti frutti del suo amore. La conversione è avvenuta. «La novità» è balenata dinanzi alla mia mente: so chi è Dio. Dio è Amore[1].

Note

  1. [1] 1. C. LUBICH, Dio Amore e la carità nel Movimento dei Focolari, trascrizione di un discorso a un gruppo di vescovi, Rocca di Papa, 13.12.1979 
Via Rodolfo Belenzani, Trento
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