1944 Omnia vincit amor 

Fino al 2 settembre 1943, sul Trentino non si erano registrati bombardamenti, poi, venticinquemila persone abbandonarono la città e vennero costruiti i rifugi antiaerei (il più grande in piazza Venezia). Fino al 3 maggio 1945 le incursioni aeree causarono in tutto 400 vittime. Particolarmente grave fu il bombardamento su Trento del 13 maggio 1944 quando si contarono 100 morti. Igino Giordani, ricordando come Chiara visse quell’evento, così scrive: “Quella notte ella dormì all’aperto, nel parco di Gocciadoro, coi genitori, i quali passarono quelle ore a meditare sul modo come sfollare. Chiara ricordò che aveva promesso al padre spirituale di non abbandonare la città di Trento: donde la sofferenza al pensiero dell’imminente separazione. E pianse dirottamente. I genitori, non sapendo, cercavano di consolarla. Si consolò ricordando il motto Omnia vincit amor (Publio Virgilio Marone). E pregando con gli occhi alle stelle vide passare il carro dell’Orsa. E poco prima dell’alba, quando i genitori obbligati a sfollare presero a radunare le poche cose salvabili della casa, ella dichiarò al padre di non poter

2022-06-04T12:34:59+02:001 Gennaio 2022|

1944 Il primo focolare

Dopo il violento bombardamento del 13 maggio, la famiglia Lubich deve sfollare dalla città, ma Chiara rimane a Trento. Il piccolo appartamento di piazza Cappuccini n. 2, in cui Chiara va ad abitare con alcune delle sue prime compagne, è semplicemente chiamato la “casetta”. Quel piccolo gruppo di ragazze condivide però, in quel bilocale, una vita intensa di comunione, di intima unità con Dio e tra loro, aperta a quei prossimi, a partire dai più poveri, che il Vangelo insegna loro a prediligere. A dare senso a questa convivenza è la presenza di Gesù, che sostiene e illumina e che, conosciuto nella sua massima espressione d’amore crocefisso e Abbandonato, le orienta nelle relazioni tra loro e con quanti incontrano. “Tutto avremmo rotto tranne l’unità che per mezzo di Gesù abbandonato era tenuta sempre salda”.[1].

2025-03-09T12:29:32+01:001 Gennaio 2022|

1948 l’Incontro con Igino Giordani 

In pochi anni, il Movimento suscitato da Chiara Lubich si diffonde in Italia e, finita la guerra, è opportuno il trasferimento a Roma. Le viene consigliato di prendere contatto con l’on. Igino Giordani, deputato della Repubblica Italiana. Il primo incontro avviene a Montecitorio il 17 settembre del 1948. “Allora io sono andata con due, tre persone dall’on. Igino Giordani. Era una persona matura in confronto di noi, aveva 25 anni più di me; era stato un apologeta, aveva difeso la Chiesa, ed era anche un giornalista, lui allora scriveva su "Il popolo" e scriveva anche su una rivista "Fides" che era molto battagliera nella Chiesa. Era una persona che aveva tante, tante qualità. Naturalmente umanamente immensamente superiori di noi, però quando ha sentito la nostra storia, la nostra piccola storia, ecco, è rimasto incantato. Era sensibile alle cose spirituali”[1]

2023-03-13T12:31:29+01:001 Gennaio 2022|

1949 un’estate di Luce 

I primi anni vissuti a Roma, sono per Chiara molto impegnativi ed è necessario un periodo di riposo. “Abbiamo pensato noi ragazze di andare in montagna nella Valle di Primiero. Una di noi aveva ereditato una piccola baita, l’aveva un po' messa su, ricostruita un po’ e quella poteva ospitarci, molto povera naturalmente. Siamo andate e lì eravamo in contemplazione - vorrei dire - di quello che il Signore aveva fatto, della sua spiritualità soprattutto, delle linee della nuova spiritualità che stava nascendo[1]. “Ricordo che in quei giorni la natura mi sembrava tutta avvolta dal sole; già lo era dal lato fisico; ma a me sembrava che un sole più forte la avvolgesse, la inzuppasse, cosicché mi appariva tutta “innamorata”. Vedevo le cose, i fiumi, le piante, i prati, le erbe, fra loro legati da un legame d’amore nel quale ognuno aveva un perché d’amore verso gli altri”[2].

2024-09-19T15:44:46+02:001 Gennaio 2022|

1949 l’incontro con Pasquale Foresi 

Pasquale Foresi, aveva sentito parlare di Chiara Lubich, della sua spiritualità e della sua esperienza di vita, da una delle sue prime compagne, Graziella De Luca. È il Natale del 1949, quando incontra Chiara per la prima volta. Igino Giordani ricorda così quel primo incontro: “ci fu un raduno cui parteciparono Giulio Marchesi, Antonio Petrilli, Enzo Fondi, Marino Fornari da Roma e Pasquale Foresi da Pistoia con altri: in tutto 42 persone. Foresi per tre giorni non parlò. Lui era il primo a correre a lato o ai piedi di Chiara e ad ascoltarla con avidità, come assetato. Alla fine scoppiò a piangere e corse a Roma per chiedere al padre il permesso di entrare in focolare[1]. Due cose sono notevoli in quell’incontro: la rapidità con cui Foresi comprese Chiara; l’illuminazione con cui Chiara intravide la missione di quel ragazzo negli anni successivi»[2]. Se con l’incontro tra Chiara Lubich e Igino Giordani si generano in lei luminose intuizioni, mistiche comprensioni e al contempo un’apertura verso l’umanità, con l’incontro con Pasquale Foresi,

2023-03-13T13:04:27+01:001 Gennaio 2022|

1950 – 1959 le Mariapoli 

Dopo l’estate del 1949, per nove anni, continuano a trovarsi nella Valle di Primiero, persone di ogni vocazione e ceto sociale, di culture e provenienze diverse. “Arrivavano tanti altri a trovarci, sì da formare come una piccola cittadella; noi cercavamo case per ospitarli ecc. e tutti imparavano a vivere il Vangelo, ad amare, a chiedere, a dare, e tutti ad essere uno, ad amarsi fra loro, ed era di una grande attrattiva per moltissimi”[1]

2023-03-16T16:22:39+01:001 Gennaio 2022|
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