“Dio s’è fatto uomo per salvarci, ma, fattosi uomo, ha voluto addirittura farsi cibo, perché nutrendoci di lui diventassimo altri Lui[1]

“L’Eucaristia non è che porti soltanto frutti belli, buoni, di santità, d’amore; non è nemmeno che abbia come primo scopo quello di aumentare l’unità con Dio e fra noi (come è comunemente intesa l’unità) e serva perciò a nutrire la presenza di Gesù in mezzo a noi. Sì, anche questo.

Ma il compito dell’Eucaristia è un altro.

L’Eucaristia ha come fine: farci Dio (per partecipazione). Mescolando le carni vivificate dallo Spirito Santo e vivificanti del Cristo con le nostre, ci divinizza nell’anima e nel corpo” [2]

Quando negli anni ’70 Chiara Lubich presenta i cardini fondamentali a quanti seguono più da vicino la sua spiritualità, nel 1976, per comprendere l’Eucaristia, invita a “perdere” in un certo senso, quanto presentato della vita spirituale, quanto fin lì compreso della spiritualità, […] “perché altrimenti non si capisce l’Eucaristia. Naturalmente nell’Eucaristia poi ritroveremo tutti questi aspetti, ma in un’altra maniera” [3]. Si tratta dunque anche ora di provare ad entrare in un’altra realtà. Quando, desiderose di capire quale era la Parola che, vissuta, sarebbe stata la più gradita a Dio, le prime focolarine dal Vangelo colsero in particolare quella in cui si compendiano la Legge e i profeti: l’amore fraterno [4], giungendo all’amore dunque, amore reciproco, hanno intuito che la preghiera che Gesù aveva rivolto al Padre poco prima di morire, costituiva la magna charta del Movimento che stava nascendo.

Nel 1997, nel discorso tenuto da Chiara Lubich a Graz, in occasione della II Assemblea Ecumenica Europea, dopo aver fatto riferimento ai Padri [della Chiesa], i quali spesso, per spiegare la presenza di Gesù nella Chiesa si basavano su Mt 18,20 e Mt 28,20, mette in luce come la vita con la presenza di Gesù in mezzo, presente per l’amore reciproco, inserisca gli uomini in modo più vitale nella presenza di Gesù nella Chiesa. Ed afferma: “Questo è un vincolo già forte! E’un aiuto nel cammino verso l’unità visibile! Gesù fra un cattolico ed un evangelico che si amano, fra anglicani e ortodossi, fra un’armena e una riformata… È un dono fra il resto, che rende meno penosa l’attesa del tempo in cui sarà condiviso da tutti noi sotto le specie eucaristiche”[5].

Note

  1. [1]

    1. Chiara Lubich, in Gesù Eucaristia, a cura di Fabio Ciardi, Città Nuova, Roma 2014, pag. 87

  2. [2]

    2. Chiara Lubich, in Gesù Eucaristia, a cura di Fabio Ciardi, Città Nuova, Roma 2014, pag. 20

  3. [3]

    3. Chiara Lubich, in Gesù Eucaristia, a cura di Fabio Ciardi, Città Nuova, Roma 2014, pag. 20

  4. [4]

    4. Cfr. C. Lubich, Una spiritualità per la riconciliazione, in La dottrina spirituale, a cura di Michel Vandeleene con i saggi di Piero Coda e Jesùs Castellano, Mondadori, Milano 2001 pagg. 370

  5. [5]

    5. C. Lubich, Una spiritualità per la riconciliazione, in La dottrina spirituale, a cura di Michel Vandeleene con i saggi di Piero Coda e Jesùs Castellano, Mondadori, Milano 2001 pagg. 373-374

Riferimenti bibliografici

  • La Dottrina Spirituale, a cura di Michel Vandeleene, Mondadori, Milano 2001
  • Una via nuova. La spiritualità dell’unità, Chiara Lubich, Città Nuova2002
  • Gesù Eucaristia, a cura di Fabio Ciardi, Città Nuova, Roma 2014