È stato un percorso coinvolgente e ricco di sorprese, quello che, il 20 maggio scorso, ha portato all’intitolazione a Chiara Lubich di una scuola elementare nel grande complesso scolastico di largo Baccelli a Pesaro, ridente città delle Marche.
E nemmeno li ha fermati la pioggia, a volte torrenziale, mentre insegnanti, ragazzi e famiglie allestivano la cerimonia- meglio, la festa- per accogliere tutti quelli che sarebbero intervenuti. Gli insegnanti si erano dati persino da fare per rendere bella la scuola utilizzando le loro vacanze di Pasqua.
E all’appuntamento non mancava proprio nessuno:dal vicario del vescovo, al sindaco, agli assessori, al presidente della Circoscrizione,ai parroci delle chiese limitrofe, ed anche tante persone provenienti dal quartiere, che avevano visto nascere la scuola. Significativa la presenza delle famiglie. La scuola, come tante in Italia, è multietnica e multiculturale.Tali anche le famiglie.
Anche la comunità locale del movimento dei Focolari è convenuta per l’occasione, ed ha portato il messaggio di ringraziamento inviato dalla presidente Maria Voce per aver scelto Chiara «quale pattern di riferimento didattico e come paradigma morale e sociale».
Il programma, dopo l’emozionante scopertura e il lancio di palloncini, ha visto il saluto delle autorità, la lettura del profilo della Fondatrice dei Focolari,l’intervento della preside Anna Scimone e quello del prof. Giuseppe Milan, ordinario di Pedagogia ed Intercultura all’Università degli studi di Padova, su “Chiara Lubich e la relazione educativa”.
C’erano soprattutto, loro, i ragazzi. «al centro».
Dal 2010 al 2015, infatti, le insegnanti della scuola hanno aderito al progetto “Coloriamo le città per un mondo unito”, promosso da Verso un Mondo Unito (onlus), Movimento Ragazzi per l’Unità e AMU – Movimento Umanità Nuova, espressioni nel sociale del Movimento dei focolari. A fondamento delle attività previste, la “Regola d’oro”, comune a tutte le culture “Fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, principio e condizione indispensabile per ogni educazione. La reciprocità, le relazioni di pace, e la “cultura del Dare” sono divenuti punti fermi per la scuola di Largo Baccelli, ora “Chiara Lubich”.
Questa vita scolastica, frutto della passione educativa degli insegnanti che vi lavorano con spirito di condivisione e collaborazione, fatta di accoglienza e promozione della persona umana, ha portato, il collegio docenti prima, e il consiglio d’istituto poi, a scegliere di intitolare la scuola a Chiara Lubich.
A cura di Caterina Ruggiu