13 aprile 2018
E’ stato per me un onore partecipare lo scorso 13 aprile 2018, in Algeria, come rappresentante dell’Italia, alla celebrazione per il decimo anniversario della fine del viaggio terreno di Chiara Lubich, nella splendida Basilica di Notre Dame d’Afrique ad Algeri, alla presenza del Nunzio Apostolico, Mons. Luciano Russo, e l’Arcivescovo Emerito di Algeri, Mons. Henri Teissier.
Il Movimento dei Focolari è attivo nel Paese dal 1966, ed ha sviluppato un fecondo “dialogo della vita” con amici musulmani. Molto significativamente, un gruppo di essi era presente alla celebrazione, come testimonianza del rispetto e dell’affetto verso Chiara Lubich che, pur non avendo mai visitato l’Algeria, è stata sempre ed assiduamente impegnata a costruire ponti d’intesa e di unità, con riflessi anche in questo Paese. Si è trattato non solo di un momento di celebrazione, ma anche di sottolineatura dell’attualità di questa dimensione del dialogo in un mondo euro-mediterraneo dove prevalgono troppo spesso contrapposizioni e incomprensioni, favorite dalla mancanza di un’approfondita conoscenza reciproca.
Nel mio intervento ho ricordato che Chiara Lubich è tra le personalità del mondo della cultura italiana più note del Novecento a livello mondiale. Nel corso della sua vita ella si è dedicata ad edificare la pace, indicando anche un metodo: “amare la patria altrui come la propria”. Un messaggio essenziale, oggi, anche per la politica internazionale, particolarmente nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. In Algeria ciò si è tradotto nella creazione di un centro di incontri (“Dar es Salam” = La pace) nella città di Tlemcen, che con il tempo ha sviluppato un’intensa attività di conferenze, convegni, giornate di riflessione congiunta tra cristiani e musulmani.
L’impegno infaticabile di Chiara Lubich è stato celebrato ufficialmente da molteplici istituzioni internazionali. Ho menzionato, tra gli altri innumerevoli riconoscimenti, il Premio Templeton per la diffusione della religione (Londra 1977), il Premio UNESCO per l’educazione alla pace (Parigi 1996), il Premio del Consiglio d’Europa per i diritti umani (Strasburgo 1998). In segno di massimo apprezzamento del suo contributo incessante in favore di una cultura del dialogo e della fraternità tra i popoli, ella è stata inoltre insignita, nel 2003, dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana. Da parte sua, il Nunzio Apostolico, Mons. Luciano Russo, ha evidenziato come Chiara abbia in qualche misura anticipato alcuni temi che saranno poi sviluppati, nella Chiesa, negli anni successivi al Concilio Vaticano II, sottolineando anche, dal punto di vista pratico, il ruolo che focolarini e focolarine svolgono spesso nelle Nunziature, anche in ragione della loro speciale e profonda comprensione delle realtà locali dei diversi Paesi. Mons. Henri Teissier ha fatto riferimento ai rapporti di profonda stima e di reciproco rispetto e fiducia che il Movimento del Focolari, in armonia con la Chiesa cattolica in Algeria, ha saputo sin dall’inizio stabilire con gli amici musulmani, ispirandosi alla grande apertura e cultura del dialogo che sono iscritti strutturalmente nella spiritualità di Chiara Lubich.
Pasquale Ferrara – Ambasciatore d’Italia – Algeria