Grazie Phra Mahathongrattana Thavorn (Luce Ardente)
Chiara Lubich con il monaco buddista Phra-Maha Thongratana (Luce Ardente) al focolare di Bangkok, Tailandia 1997.
Il 10 novembre ha concluso il suo cammino di vita Phra Mahathongrattana Thavorn, il monaco buddhista “Luce Ardente” che incontrò l’Ideale dell’unità nel 1995. Considerava Chiara Lubich come una madre spirituale, tanto da desiderare la sepoltura a Loppiano (cittadella del Movimento dei Focolari in Toscana), “vicino alla mamma in Italia”.
Spiega lui stesso il motivo per cui nell’ambito del Movimento dei Focolari è conosciuto con il nome di “Luce ardente”: “Avevo fatto un sogno – racconta il monaco – la notte prima di incontrare mamma Chiara [come la chiama, ndr]: le avevo chiesto un nome nuovo, come facevano tanti focolarini. Nel sogno, lei aveva preso un foglio e aveva scritto due nomi; io dovevo sceglierne uno, ed è andata così. Scelsi Luce Ardente perché nel buddhismo si parla molto di Luce. E la luce io la vedevo nel volto di Chiara, l’ho sempre vista. Lei è una santa, altrimenti come avrebbe avuto discepoli in tutto il mondo, così tanti? Chiara non portava le persone dietro di sé, ma dietro il suo grande Ideale”.
Luce Ardente è stato strumento di luce, consolazione e speranza, prodigandosi per la fraternità universale. Quando un monaco gli chiese come mai seguisse una donna cristiana, lui rispose: “Io non seguo una donna, ma il suo Ideale di fraternità universale. Lei non è solo dei cristiani, è anche nostra”.
In un momento di dialogo con dei monaci studenti dell’Università buddhista Manachulalongkorn, anche Chiara riconosce il valore di questo rapporto, attraverso le persone conosciute, con il buddhismo: “Io mi sono resa conto che il buddismo ha delle ricchezze immense. Per esempio, questo desiderio di vivere, di diffondere… la necessità di abolire il dolore per vivere sempre staccati da tutto, è una cosa meravigliosa. Per esempio l’amore per la meditazione. Io ho conosciuto in loro due [riferendosi a Luce Ardente e al Gran maestro presenti al dialogo, ndr.] delle persone veramente superiori, con una grande ricchezza interiore, dai quali tutti possiamo imparare” (Chiang Mai, 1997).

