Presentato il libro: Chiara Lubich in dialogo con il mondo

27 Gennaio 2022

Prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti

un volto inedito

La parola come rivelazione: la parola umana, ogni parola di ogni essere umano è rivelazione. Dio che viene al linguaggio, che in tal modo si fa testimonianza, il luogo della manifestazione di Dio. La valenza rivelativa della parola è il presupposto del più autentico dinamismo di ascolto-espressione. Il “dire”, da un punto di vista filosofico, si fa offerta di senso, che può anche tradursi con dono di sé. È questo anche il presupposto per le analisi della ricchezza simbolico-semiotico-metaforica oltre che poetica dei testi di Chiara”. Così Emilio Baccarini, docente di Antropologia filosofica all’Università di Roma Tor Vergata, si è espresso riguardo al valore dell’analisi testuale degli scritti di Chiara Lubich durante la presentazione del libro “Chiara Lubich in dialogo con il mondo. Prospettive interculturali, linguistiche e letterarie dei suoi scritti” curato da Anna Maria Rossi e Vincenzo Crupi, che ha avuto luogo presso l’Auditorium del Centro internazionale del Movimento dei Focolari a Rocca di Papa il 21 gennaio scorso.
L’evento, che ha visto tra i relatori anche Alba Sgariglia, co-responsabile del Centro Chiara Lubich, e Rocco Mario Morano, direttore della collana Iride di Rubbettino Editore che ha pubblicato il volume, voleva anche celebrare la ricorrenza del compleanno di Chiara, nata il 22 gennaio 1920. Per questo uno spazio significativo è stato dedicato alla performance artistica interpretata da Valentina Ghelfi, che ha proposto alcuni testi di Chiara in modo particolarmente intenso, accompagnata da Hyerin Seo, giovane e talentuosa pianista coreana.
La diretta streaming, rilanciata sia dal canale youtube del Movimento dei Focolari che dal canale Facebook di Rubbettino Editore è stata seguita da un folto pubblico in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e portoghese.

a cura del Centro Chiara Lubich

Rivedi la diretta dell’evento

Foto di Thomas Klann

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