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Gesù abbandonato Risorto, presente in tutti i dolori

18 dicembre 1980 Una scoperta sempre nuova che Chiara Lubich ha fatta lungo l’intero arco della sua vita: Gesù nel suo abbandono ha conosciuto e vissuto il dolore umano in tutte le sue espressioni, nessuna esclusa. Incontrando Lui si sperimenta anche la Vita e la risurrezione. Eli Folonari legge questo brano scritto da Chiara nel suo diario durante una conversazione collettiva telefonica da Zurigo, il 18 dicembre 1980. «Sto riscoprendo che Gesù abbandonato è veramente presente in tutti i dolori. Ho offerto a Gesù i miei limiti per la poca salute ed ho capito subito che il mio Sposo, Gesù abbandonato è il Limite: è come se più in là non avesse potuto andare. Ho saputo che i nostri terremotati hanno fatto l'esperienza del "tutto crollava". Gesù abbandonato è il "tutto crollava"; Gli è crollato persino la sensazione della sua unione col Padre. Devo andare controcorrente. Non è forse Gesù abbandonato colui che ha risalito la corrente più travolgente quando, sentendosi abbandonato da Dio, si abbandonò a Lui? Devo perdere tutto.

2021-08-16T03:50:09+02:0022 Marzo 2017|

Mortificazione, moneta fuori corso?

13 gennaio 1972 In questo brano del suo diario inedito del 13 gennaio 1972, Chiara Lubich mette a fuoco una parola , “mortificazione”, che sembra aver perso oggi  il suo senso originario. E’ un invito a vivere la Quaresima, non nella mediocrità del “mezzo morto” che non piace a nessuno, ma nel dono pieno e totale di sé.  Parlar oggi di "mortificazione" è non sentire ciò che vibra nell'aria, ciò che pensano molti, soprattutto i giovani.E hanno ragione perché questa parola è stata svuotata del suo primo significato e quindi come tale va scartata.Se la si guarda dal lato etimologico, essa può voler dire: far morti. E ciò vorrebbe dire che il cristianesimo ci vuole morti in certo senso e vivi in un altro: morti a noi stessi e vivi alla vita di Dio in noi; morti alla nostra volontà limitata, ribelle, disordinata, e vivi a quella superiore che incastona il disegno della nostra vita in quello dell'umanità come un tutt'uno, un'opera d'arte umano-divina.Ecco, se mortificazione significa mezza repressione, non va;

2021-08-31T02:01:35+02:0017 Marzo 2017|

Una luce per la famiglia

Castel Gandolfo, 29-30 maggio 1998 Il 19 luglio 1967 Chiara Lubich dava vita al Movimento Famiglie Nuove lanciando una consegna: «dare una famiglia a chi l’ha persa, con l’augurio che si svuotassero gli orfanotrofi». In occasione di questo cinquantesimo, si approfondisce quest’anno nel Movimento il contributo del carisma dell’Unità per il mondo della famiglia. Proponiamo un messaggio- più che mai di pressante attualità- al Congresso svoltosi al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il 29-30 maggio 1998.  Carissimi partecipanti al Congresso di Famiglie Nuove, vi do il mio cordiale saluto ed un caloroso benvenuto.Poiché non posso essere ora con voi di persona, desidero farmi presente con un breve messaggio che apra i lavori di questo convegno che ha per tema: La famiglia e la spiritualità dell'unità. E' un argomento di grande importanza e di estrema attualità. C'è sete di spirituale e di sacro nella nostra società, una sete per la quale l'uomo trova spesso risposte inadeguate se non malsane. D'altra parte, la crisi dell'istituto familiare, in atto da diversi decenni, viene ora sottolineata

2021-08-31T02:01:34+02:0010 Marzo 2017|

L’ascolto che genera dialogo

Loppiano, 7 febbraio 2001 Ad un gruppo di giovani riuniti nella cittadella di Loppiano in occasione di un corso di formazione, Chiara Lubich svela il segreto della sua lunga esperienza di dialogo: l’ascolto più sincero e profondo dell’altro, senza fretta, per poterlo conoscere ed apprezzare nella sua diversità culturale, è la strada che porta anche l’altro all’ascolto, ed è quindi base e premessa per un dialogo  fecondo.    

2021-09-01T04:00:41+02:002 Marzo 2017|
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