Tu sei. Così è.

Roma. (Scritto anteriore al 1963) Vivendo “dentro” tutto, il vivere e il morire, prende senso… Coloro che sinceramente ti amano, ti sentono spesso, Signore, nel silenzio della loro stanza, nel profondo del loro cuore, e questa sensazione commuove l’anima come toccasse ogni volta sul vivo.E ti ringraziano d’esser loro così vicino, così Tutto: Colui che dà senso al vivere e al morire. Ti ringraziano, ma spesso non sanno farlo, né dirlo: sanno solo che tu li ami ed essi ti amano e non c’è cosa così dolce, qui sulla terra, che possa almeno lontanamente somigliarle. Quello che sentono nell’anima, quando tu appari, è Cielo e «se il Cielo è così – dicono – oh, com’è bello!».Ti ringraziano, Signore, dell’intera vita, per averli portati fin qui. E se esistono ancora fuori ombre, che potrebbero offuscare il loro paradiso anticipato, quando ti manifesti, ogni cosa diventa remota e lontana: non è.Tu sei. Così è.  Chiara Lubich (Scritto anteriore al 1963, pubblicato in Frammenti, Città Nuova, Roma (1963) 1992, pp. 23-24.) Testo

2021-08-31T02:02:50+02:007 November 2014|

E’ in te la sorgente della vita

Roma (Città Nuova), 25 dicembre 2001 Commento alla Parola di Vita: E' in te la sorgente della vita. (Sal 36,10) […]Questa Parola della Scrittura ci dice qualcosa di così importante e vitale, da essere uno strumento di riconciliazione e di comunione.Anzitutto ci dice che una sola è la sorgente della vita, Dio. Da lui, dal suo amore creativo, nasce l'universo e ne fa la casa dell'uomo.E' lui che ci dà la vita con tutti i suoi doni. Il salmista, che conosce le asprezze e le aridità dei deserti e che sa cosa significa una sorgente d'acqua, con la vita che le fiorisce attorno, non poteva trovare un'immagine più bella per cantare la creazione che nasce, come un fiume dal grembo di Dio. Ecco, dunque, sgorgare dal cuore un inno di lode e di riconoscenza. Questo è il primo passo da fare, il primo insegnamento da cogliere nelle parole del Salmo: lodare e ringraziare Dio per la sua opera, per le meraviglie del cosmo e per quell'uomo vivente che è la sua

2021-08-31T02:02:49+02:0031 October 2014|

Io sono il pane della vita; chi viene a me …

Roma (Città Nuova), 25 luglio 2000 Commento alla Parola di vita: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. (Gv 6,35) Nel suo vangelo, Giovanni narra che Gesù, dopo aver moltiplicato i pani, nel grande discorso tenuto a Cafarnao, dice fra il resto:  "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà" (Gv 6,27).E' evidente, per i suoi uditori, il riferimento alla manna, come anche all'aspettativa della "seconda" manna che scenderà dal cielo nel tempo messianico. Poco dopo, nello stesso discorso, alla folla che ancora non comprende, Gesù si presenta egli stesso come il vero pane disceso dal cielo, che deve essere accettato mediante la fede: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Gesù si vede già pane.  E' dunque quello il motivo ultimo della sua vita qui

2021-08-31T02:02:49+02:0030 September 2014|

Accoglietevi gli uni gli altri

Roma (Città Nuova), 10 novembre 1992 Commento alla Parola di vita: Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio(Rm 15,7) Queste parole sono una delle raccomandazioni finali rivolte da san Paolo nella sua lettera ai cristiani di Roma. Questa comunità, come del resto tante altre sparse nel mondo greco-romano, era formata da credenti che provenivano in parte dal paganesimo ed in parte dal giudaismo, quindi con mentalità, formazione culturale e sensibilità spirituale molto diverse. Questa diversità dava adito a giudizi, prevenzioni, discriminazioni ed intolleranze degli uni verso gli altri, che certamente non si accordavano con quella accoglienza reciproca che Dio avrebbe voluto da loro. Per aiutarli a superare tali difficoltà l'Apostolo non trova mezzo più efficace che farli riflettere sulla grazia della loro conversione. Il fatto che Gesù li avesse chiamati alla fede, comunicando loro il dono del suo Spirito, era la prova tangibile dell'amore con cui Gesù aveva accolto ciascuno di loro. Nonostante il loro passato e diversità di provenienza, Gesù li aveva

2021-08-31T02:02:49+02:0030 August 2014|

L’amore fa simili

Roma,  25 aprile 1976 Come amare Maria? Imitandola, essendo come lei Parola di Dio viva. “Ogni tanto sento, come un rimprovero, che non amo abbastanza Maria, che penso poco a lei. Secondo te, che cosa bisognerebbe fare per avere una vera devozione verso Maria ?” Al solo pensiero di parlar di Maria sento tremarmi l’anima e battere il cuore. È questo tale argomento che supera ogni nostra facoltà e al posto della parola meglio sarebbe il silenzio. Maria ! La straordinaria fra tutte le creature, l’eccelsa fino ad essere investita del titolo e della realtà di Madre di Dio e perciò l’Immacolata, l’Assunta, la Regina, la Madre della Chiesa.  Maria è più vicina a Dio che all’uomo, eppure è creatura come noi creature, e tale davanti al Creatore. Di qui la possibilità per lei d’esser per noi come un piano inclinato che tocca cielo e terra e quindi, pur nel suo esser straordinario: bambina, giovanetta, fidanzata, madre, sposa, vedova… come noi che, ciascuno nella propria età e nella propria condizione, possiamo

2021-08-31T02:02:48+02:0029 August 2014|

Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora …

Roma (Città Nuova), 25 luglio 2002 Commento alla Parola di vita: Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati (Sir 28,2). Questa Parola di vita è tratta da uno dei libri dell’Antico Testamento, scritto, tra il 180 e il 170 avanti Cristo, da Ben Sira, un saggio, uno scriba, che svolgeva la sua funzione di maestro a Gerusalemme. Egli insegna un tema caro a tutta la tradizione sapienziale biblica: Dio è misericordioso verso i peccatori e il suo modo di agire deve essere da noi imitato. Il Signore perdona tutte le nostre colpe perché "è buono e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore" (Cf Sl 103,3.8). Chiude gli occhi per non vedere più i nostri peccati (cf Sap 11,23), li dimentica gettandoseli dietro le spalle (cf Is 38,17). Egli infatti, scrive ancora Ben Sira, conoscendo la nostra piccolezza e miseria, "moltiplica il perdono". Dio perdona perché, come ogni padre, come ogni madre, vuol bene ai figli suoi e quindi li scusa sempre, copre i

2021-08-31T02:02:48+02:0031 July 2014|
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