Dialogo aperto: Come potenziare la personalità

Roma, 25 Novembre 1975 "È possibile che una persona - donandosi agli altri - possa formarsi una propria personalità? Non rinuncia, in tal modo, ad essere se stessa?" Sapessi che personalità ci si può formare donandosi agli altri! È nell’amore che si brucia tutto il proprio “io”, il proprio “vecchio uomo”, come direbbe san Paolo, per lasciare vivere in noi l’“uomo nuovo”, la nostra vera personalità. Ti do degli esempi. Ti pare forse che san Francesco, un santo che si è donato agli altri, sia simile a santa Teresa del Bambino Gesù? È diversissimo, ha una personalità tutta sua. Canta agli uccelli, canta alla natura, al sole, alla luce, ai prati... Egli porta la povertà, fa una rivoluzione in tal senso, trascina una moltitudine di persone, dà un timbro al proprio secolo.Santa Teresa, no. Giovanissima va in monastero, non ha nessun seguace apparentemente, eppure ha una spiritualità tutta sua: «la piccola via».San Francesco e santa Teresa hanno bruciato tutti e due il proprio “io” nella fiamma dell’amore divino e ne sono

2021-08-31T02:02:38+02:0025 October 2013|

Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello …

Roma, 10 Agosto 1990 Commento alla Parola di vita: Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge (Rm 13,8).1 Nei versetti precedenti (Rm 13, 1-7) san Paolo aveva parlato del debito che noi abbiamo verso l'autorità civile (ubbidienza, rispetto, pagamento delle imposte, ecc.) sottolineando che anche l'assolvimento di questo debito deve essere animato dall'amore. Comunque, si tratta di un debito facilmente comprensibile, anche perché, in caso di inadempienza, si incorrerebbe nelle sanzioni previste dalla legge. Partendo da qui, ora passa a parlare di un altro debito, un po' più difficile da capire: è quello che, conforme alla consegna lasciataci da Gesù, noi abbiamo verso ogni nostro prossimo. E' l'amore scambievole nelle sue varie espressioni: generosità, premura, fiducia, stima reciproca, sincerità, ecc. (cf Rm 12, 9-12) Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Questa Parola di vita ci mette in evidenza

2021-08-31T02:02:38+02:0030 September 2013|

Lo stile del Vangelo

Roma, 1969 Chi è il cristiano? Una risposta di Chiara. La speranza è una grande virtù. Perché alle volte non siamo pienamente lieti? Perché ci offuscano dolori, lacrime, dispiaceri? Perché ci manca la speranza che, a pensarci bene e dando uno sguardo seppur fuggitivo e panoramico al Vangelo, sembra lo stile di esso nell’attesa fiduciosa delle divine promesse di cui il Vangelo stesso è tesoriere. Per rinnovare la nostra vita cristiana, per darle il limpido sorriso dei bambini evangelici, abbiamo ora bisogno di questa virtù, vissuta con perseveranza. «Il Dio della speranza»1 , così san Paolo chiama il Signore. Sì, è proprio così. Il vero, unico Dio «vi riempia di ogni gioia e pace»2 ; le due cose che mancano al mondo: il dono che il cristiano deve fargli. 1 Rm 15, 13.2 Rm 15, 13. (da Chiara Lubich, Saper perdere, Città Nuova, Roma 1969, p. 36 Testo

2021-08-31T02:02:37+02:0021 September 2013|

Dio c’è! Vivi per Lui!

Trento, fine 1943 - inizio 1944 Chiara scrive come una vera animatrice e si firma col nome di terziaria: Sorella Chiara.«Dio»: così inizia la sua avventura, come lei stessa ha sempre raccontato. «La parola che Dio voleva che io dicessi era Lui stesso, era Dio», dirà nel 1958. Questa lettera lo documenta in modo luminoso. Ave Maria! Sorelline mie carissime Vorrei essere accanto a ciascuna di voi e parlarvi col cuore in mano e colla delicatezza di Dio; dirvi con parole che feriscono il fondo dell’anima ciò che passa nel mio cuore:Sorella, anima bella, anche in te l’Altissimo ha segnato un disegno d’amore.Anche tu puoi vivere per qualcosa di grande nella vita. Credi: Dio è in te!La tua anima in grazia è centro dello Spirito Santo: il Dio che santifica.Rientra in te: cerca Dio, il tuo Dio, quello che vive in te!Oh, se tu conoscessi chi porti in te!Oh, se tu tutto lasciassi per Lui!Oh, se questa breve esistenza, che scappa e tramonta di un passo ogni giorno, tu la rivolgessi

2021-08-31T02:02:37+02:007 September 2013|

Non amiamo a parole né con la lingua …

Roma, 25 Aprile 1988 Commento alla Parola di vita: Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità (1 Gv 3,18). È san Giovanni che scrive. Egli mette in guardia le sue comunità contro certuni, i quali a parole esaltavano la fede in Gesù, ma a questa fede non facevano seguire le opere. Anzi, queste ultime venivano considerate inutili o superflue, come se Gesù avesse già fatto tutto. La loro era così una fede vuota e sterile, perché lasciava mancare all'opera di Gesù l'apporto indispensabile che egli chiede a ciascuno di noi. Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Amare con i fatti. La vera fede, dice l'apostolo, è quella che dà prova di sé amando come Gesù ha amato e ci ha insegnato. Ora, la prima caratteristica di questo amore è la concretezza. Gesù non ci ha amati con dei bei discorsi, ma è passato in mezzo a noi facendo del bene, sanando tutti, essendo pienamente

2021-08-31T02:02:36+02:0031 August 2013|

Il “Ricreatore”

Roma, 1961 Una riflessione sull’arte e sull’artista. La finalità dell’arte è un po’ oscura, quasi misteriosa, forse semplicemente sconosciuta, certamente non occupa il solo raziocinio. L’arte, al pari della scienza, comunque ha sempre dato le sue più o meno belle manifestazioni, perché la fantasia, che ne è madre e generatrice, è un talento e una dote magnifica dell’uomo come la memoria, l’affettività, il raziocinio, e anch’essa fiorì in opere; in “opere d’arte”, anche spontaneamente. L’artista vero è un grande: tutti lo dicono anche se pochi sono i critici d’arte, ma in tutti v’è l’ammirazione ed il fascino del “bello”. L’artista s’avvicina in certo modo al Creatore. Il vero artista possiede la sua tecnica quasi inconsciamente e si serve dei colori, delle note, della pietra, come noi ci serviamo delle gambe per camminare. Il punto di concentramento dell’artista è nella sua anima, dove contempla un’impressione, un’idea, che egli vuole esprimere fuori di sé. Per cui, negli infiniti limiti della sua piccolezza di uomo a confronto di Dio, e quindi nella infinita diversità

2021-08-31T02:02:37+02:0028 August 2013|
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